Indice
Premessa. Nel mezzo di una grande trasformazione
(Per prova ed errore; Antropocene e crisi ambientale; Un continente dove l'urbanizzazione va arrestandosi; Segni di crisi della regolazione neoliberale; Le difficoltà crescenti del modello di urbanizzazione italiano; L'articolazione del discorso)
Per una politica nazionale delle città e del territorio
(Già fuori dall'agenda politica?; Evitare la concentrazione delle risorse in poche "città", così come la dispersione municipale; Muovere dal riconoscimento di un'urbanizzazione estesa, diramata e plurale; Aver cura del supporto materiale della vita civile ed economica e delle risorse naturali; Fuori da visioni settoriali: il paesaggio come grande e perdurante questione nazionale; Meno nuove infrastrutture per lo sviluppo, più sviluppo congruente al capitale fisso sociale esistente; Dalle grandi opere a un grande piano di infrastrutture di media dimensione tra loro relazionate, multifunzionali e ambientali; Dopo le province e oltre i vecchi municipi: un "nuovo comune" che possa sviluppare visioni di futuro; Senza consumare suolo, ricomporre l'urbanizzato attraverso rilocalizzazioni volumetriche; Dal progetto urbano unitario di ristrutturazione delle aree dismesse a una pluralità di forme di riuso e di riciclo; Il difficile governo del metabolismo urbano: generare qualità ecologica, paesistica e sociale senza produrre privilegi; Rivedere la tassazione degli immobili incentivando interessi collettivi e una diversa politica della casa; Progetto di suolo e natura intermediaria: grandi stanze aperte multifunzionali e reti di naturalità e di urbanità diffusa; La manutenzione degli spazi di welfare come occasione di riforma urbana: ricostruire "centri di vita")
Fare urbanistica dopo la crescita. Riflessioni al margine di due piani
(In cammino nei territori, osservando il paesaggio; Ascoltando gli amministratori e le voci dei comitati; In filigrana: la fatica del vivere, il degrado dell'ambiente e l'indebolimento della sfera pubblica; La prima mossa: ridimensionamento locali delle espansioni dell'urbanizzato; Con i piedi nella tradizione e con lo sguardo al futuro: griglie di piano e disegno del suolo; La prima griglia: il disegno dei grandi spazi aperti e i nuovi perimetri dell'urbanizzato; La seconda griglia: una rete di naturalità e urbanità diffusa; La terza griglia: riformare il paesaggio stradale andando oltre la settorialità e l'episodicità; Poche nuove attrezzature, meno (s)vendite, più "affidi" ai cittadini ed espansione del demanio comunale; Rendere "urbane" le attrezzature di servizio e intensificare la loro vita; Si indebolisce la distinzione tra aree consolidate e aree di trasformazione; La regolamentazione del metabolismo urbano: riconoscere e rinnovare una pluralità di paesaggi dell'abitare e del lavorare; La trasformazione concentrata: tra regole e contratto, disegno e flessibilità, dopo la stagione delle certezze di una realizzazione unitaria; Tre note, a conclusione, sulla forma del piano, sulla necessità di un disegno d'area vasta e sull'utilità che l'urbanista metta radici
Appendice. Una proposta di legge irriformabile. Un'ipotesi alternativa
(Uno sguardo al passato: leggi e processi insediativi; La legge Lupi: un modello sbagliato e inadeguato; Principi fondamentali per una legge non solo procedurale; Le due forme della pianificazione urbanistica comunale-municipale; Una pianificazione di area vasta che integra edilizia e infrastrutture, con paesaggio e ambiente; Vecchi e nuovi strumenti per il governo urbanistico).