(Parigi 1893-1945) scrittore francese. Combattente durante la prima guerra mondiale, più volte ferito, fece parte di quella schiera di intellettuali sconvolti dall’eccidio bellico e tuttavia attratti dal fascino dell’azione. Formatosi su autori come Claudel e Barrès, lasciò in alcuni saggi (Misura della Francia, Mesure de la France, 1922; Il giovane europeo, Le jeune européen, 1927; Ginevra o Mosca, Genève ou Moscou, 1928) la traccia di una tormentata ideologia, ispirata a un acceso nazionalismo e alla riproposta, densa di ragioni polemiche, dei valori umanistici compromessi dal più recente corso della storia. D. la R. finì con l’approdare a posizioni apertamente reazionarie, con l’aderire al partito di Doriot e col farsi, durante la seconda guerra mondiale, paladino della collaborazione con l’occupante nazista. Diresse dal 1940 la «Nouvelle Revue Française», dando la propria impronta politica anche alla gloriosa rivista. Con la liberazione, la sua scelta gli valse l’arresto ed egli si suicidò. Se la sua produzione poetica è trascurabile, la sua opera narrativa, ispirata alla proposta di un acceso e grezzo vitalismo, non lontana dall’ispirazione di un Malraux, è di indubbio pregio. Ricordiamo: L’uomo coperto di donne (L’homme couvert de femmes, 1926); Fuoco fatuo (Le feu follet, 1931), La commedia di Charleroi (La comédie de Charleroi, 1934), Gilles (1939), L’uomo a cavallo (L’homme à cheval, 1943). Notevole anche uno scritto autobiografico, Memorie di Dirk Raspe (Mémoires de Dirk Raspe, postumo, 1966).