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La trama di questo spettacolo si dipana all’interno di un’aula di giustizia a New York, ai giorni nostri, e racconta la storia di Karen Andre, accusata dell’omicidio di Bjorn Faulkner, facoltoso magnate dell’industria svedese, ispirato alla figura dell’imprenditore Ivar Kreugerper, il quale ha svolto le mansioni di segretaria e… forse qualcosa in più. L’ottimo dramma teatrale torna sulle scene italiane al teatro San Babila di Milano, dopo diversi allestimenti sia a Roma che a La Spezia e richiama il libro edito da Liberilibri, la cui traduzione è affidata alla fine penna di Carla Maggiori. Non ci vuole molto a rendersi conto che Bjorn Faulkner è un uomo dalla personalità spregiudicata, che senza scrupoli ha ridotto sul lastrico molti piccoli e grandi investitori. Karen Andre è solo sua complice, ma tanto spregiudicata da assassinarlo? Oppure è una donna profondamente innamorata del suo uomo, disposta a seguirlo in ogni caso? Questa l’amletica domanda a cui si tenta di dare una risposta durante l’intero spettacolo. Il dubbio è il suo comportamento è comunque moralmente discutibile e quindi condannabile? Tutto il testo dell’intero dramma è un inno all’intraprendenza individuale, che da spazio a più di una chiave di lettura su quanto accaduto “La notte del 16 gennaio”, che ora sta sulla scena italiana al Teatro San Babila di Milano, dopo Roma e La Spezia. All’ingresso in teatro gli spettatori troveranno il “cancelliere”, che in questo tribunale teatrale registrerà i nomi in una lista dalla quale verrà poi estratta una giuria chiamata sul palco. I giurati, spettatori/attori assisteranno a un processo per omicidio, valuteranno le prove dell’accusa e le controdeduzioni della difesa e pronunceranno la loro sentenza. L’accusata Karen Andre, è interpretata da Adriana Ortolani. è accusata di aver assassinato Bjorn Faulkner, si trova davanti al giudice Heath, interpretato da Mauro Coruzzi, più conosciuto come Platinette, davanti ai quali sfileranno dei testimoni ed i giurati dovranno formarsi il proprio convincimento. Ad interpretare il ruolo dell’avvocato Stevens e una signora del teatro italiano, Erica Blanc, mentre il procuratore Flint, è interpretato da Maurizio Palladino. Il personaggio principale, ovvero Bjorn Faulkner, essendo morto ammazzato, però non è in scena. L’intera storia ruota attorno alla forte personalità di Faulkner, mentre il verdetto è una specie di referendum sulla sua visione del mondo. Questo era il chiaro intento del suo autore Ayn Rand e cioè chiamare gli spettatori a partecipare attivamente ad analizzare questo mondo da lui costruito per il teatro. La drammaturgia dello spettacolo lascia spazio a far capire quale sarebbe il verdetto preferito per l’autrice, ma la curiosità rimane perché quest’opera è una dei rarissimi casi in cui non si rischia di rovinare lo spettacolo svelando il finale, perché il finale non esiste. Il finale infatti lo sceglie il pubblico ogni sera e quindi varia di volta in volta, a seconda della scelta della giuria sorteggiata tra il pubblico.
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