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Requiem per Naaman. Cronaca di discorsi famigliari (1895-1974) - Benjamin Tammuz - copertina
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Requiem per Naaman. Cronaca di discorsi famigliari (1895-1974)
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Requiem per Naaman. Cronaca di discorsi famigliari (1895-1974) - Benjamin Tammuz - copertina

Descrizione


"Requiem per Naaman" è la storia di quattro generazioni della famiglia Abramson. Il "fondatore" emigra in Palestina alla fine dell'Ottocento, ma sua moglie non sopporta la dura vita dei coloni, fugge nel deserto e si uccide. Anche il figlio Naaman, musicista sensibile, lontano dallo spirito combattente del sionismo, fugge a Parigi e nella follia. E nel sangue dei nipoti e dei figli dei nipoti continua a scorrere una duplice, contraddittoria vocazione: quella spirituale, utopistica e poetica, che non ha bisogno di un luogo fisico di approdo e che però spesso sfocia nella pazzia; e quella "territoriale", concreta, che alimenta la fondazione dello stato d'Israele. Attraverso il racconto di questa "maledizione", Tammuz scrive insieme un requiem per il sogno sionista e un'epopea degli ebrei del ventesimo secolo, un'epopea senza retorica fatta di tante, diverse e affascinanti storie di donne e di uomini.
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Dettagli

E/O
2014
Tascabile
11 giugno 2014
187 p., Brossura
Rekviem le-Naaman
9788866324621

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Io amo molto i romanzi che raccontano le vicissitudini di una famiglia attraverso diverse generazioni e questo mi ha colpito molto! In particolare il diverso stile dell’autore: la prima parte del romanzo è narrata con un tono romantico e intimista mentre nella seconda l’autore si lancia una dura critica verso la società israeliana di quegli anni. Poi alcune frasi: “… ma gli esseri umani lottano per i principi più di quanto non si applichino all’amore del prossimo, perché i principi spesso implicano l’odio per l’avversario.” “…il guaio è che quando dici che sei pronto a morire per un’ideologia, allora vuol dire che sei pronto a uccidere. E qui casca l’asino. Ogni ideologia è una licenza di uccidere, esattamente come è anche un invito al suicidio, o come la si presenta: la disponibilità a morire sacrificandosi sull’altare dell’Idea. Quindi ogni Idealista è un assassino, perdonatemi l’espressione. Oppure un suicida…” E infine il dizionario:”…voleva costruire un ponte che attraversasse l’abisso del tempo, e mettere a disposizione del lettore quel filo d’Arianna liberatore che, se lo tieni per un capo, ti permette di percorrere la strada che separa il tempo attuale da quello in cui il popolo d’Israele fu esiliato dalla sua terra, circa duemila anni fa.”

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Benjamin Tammuz

1919

Benjamin Tammuz (1919-1989) nasce in Russia, ma già nel 1924, quando Benjamin ha solo cinque anni, la sua famiglia si lascia alle spalle gli orrori della rivoluzione bolscevica e si trasferisce in Palestina, terra dove è in atto quel movimento di immigrazione e risorgimento ebraico che porterà nel 1948 alla nascita dello Stato di Israele. Tammuz studia legge e scienze economiche all’università di Tel Aviv e, più tardi, storia dell’arte alla Sorbona di Parigi. Per molti anni è redattore della pagina letteraria del quotidiano israeliano "Ha’aretz" e per quattro anni attaché culturale dell’ambasciata di Israele a Londra. Autore prolifico di letteratura anche per l’infanzia, ha ricevuto diversi riconoscimenti letterari...

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