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37) Giunto durante un’ispezione di fronte la villa nella quale la giovane ha vissuto per un breve periodo, Milton si ritrova a chiedere informazioni alla governante, la quale gli farà intendere che tra lei e l’amico Giorgio c’era qualcosa in più della semplice conoscenza. A questo punto non importa se dentro di sé aveva sempre saputo tutto o se la governante non ha lasciato ombra di dubbio, comincia piuttosto un pellegrinaggio per parlare con l’amico, al momento stanziato alla divisione Mango. L’amore per Fulvia e la cattura di Giorgio da parte dei fascisti diventeranno il pretesto ideale che Fenoglio utilizza per far attraversare a Milton le langhe partigiane, alla ricerca di un prigioniero da poter scambiare con l’amico: così il lettore ha modo di guardare con i propri occhi cos’è davvero la resistenza. Oltre la trama, i punti di forza del libro sono lo stile semplice dell’autore e l’introspezione del protagonista che ci rende testimoni attivi.
Un libro intenso dove Beppe Fenoglio parla anche un po’ di se stesso: le traduzioni dall’inglese, Over The rainbow, la guerra partigiana, l’essere brutto. Una storia di Resistenza diversa dalle altre, ove la guerra entra in gioco solo quando Milton, il protagonista, se ne serve per raggiungere il suo scopo amoroso. Dubbi e domande fanno agire Milton: Fulvia lo amava veramente, Giorgio lo ha tradito? Il tutto è spiegato come se fosse un libro ariostesco, con una forza centrifuga e centripeta tipica dell’Orlando Furioso. Consigliato.
L'ho appena finito. Ha un finale brusco, che m'ha quasi deluso. La critica è divisa tra il considerarlo incompiuto e il leggere questa "mancanza di un vero finale" come simbolo dell'impossibilità di Milton di avere risposte (cfr introduzione). M'ha preso talmente tanto che avrei voluto non finisse mai, per scoprire se Milton riusciva a nascondersi nel bosco in cui è caduto, tornare al comando e andare avanti, a carcare Giorgio, a combattere fino alla tanto attesa primavera, alla vittoria, per rivedere, magari Fulvia.....
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