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D'amore non si muore - Lino Capolicchio - copertina
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D'amore non si muore
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Descrizione


Lino Capolicchio, oltre a essere un grandissimo attore, ha avuto anche una grande fortuna. Quella cioè di aver vissuto un'epoca irripetibile in Italia: gli anni Sessanta e Settanta. Un periodo in cui si è assistito nel mondo a una rivoluzione etica ed estetica senza precedenti, che ha coinvolto qualsiasi campo (dalla politica alla filosofia, dal cinema alla musica, dall'arte al teatro, dalla letteratura all'architettura). Lino Capolicchio, prima che attore, è stato in quegli anni favolosi un'icona emblematica. E il suo memoir ne è una testimonianza toccante e perfetta. Soprattutto quando Lino analizza con penna felice certi incontri straordinari: da Sergio Tofano a Giorgio Strehler, da Anna Magnani a Vittorio De Sica e a Pier Paolo Pasolini, da Federico Fellini ai Beatles e a Carmelo Bene e a Fabrizio De André... In questo caso l'attore smette di raccontarsi, per farci vedere da vicino figure straordinarie. E i suoi incontri "in prima persona" sono rievocati in modo cinematografico: molto visivi, soprattutto poco narrativi e molto simili per struttura a un montaggio sbarazzino di tanto cinema amato e per fortuna mai dimenticato della Nouvelle Vague. All'occhio dell'artista Capolicchio non sfugge un dettaglio, un tic nascosto, tutti segni che disvelano meglio la propria anima. È infatti il retroscena dell'artista e dell'uomo di turno che interessa a Capolicchio. Ciò che non è sulla scena, ciò che è dietro la scena, ciò che non è inquadrato da alcun riflettore, ma che fonda e giustifica l'intero percorso, poiché ne è il motivo principale, il movente sotteso, sconosciuto e incomprensibile: il sottofondo, il sotterraneo, il sottosuolo (Dostoevskij docet). Alla penna dello scrittore Capolicchio tocca fermare sulla carta quell'emozione o quell'epifania miracolosa di quei momenti magici irripetibili. La naturalezza di questi incontri straordinari deriva dallo sguardo per niente intimidito di Lino, che diversamente da un non artista, è in grado di decifrare un silenzio o una pausa di troppo e di metterla poi in scena, ovvero sulla carta.
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Dettagli

2019
28 dicembre 2019
256 p., Brossura
9788849861440

Conosci l'autore

Lino Capolicchio

1943, Merano, Bolzano

Attore e regista italiano. Esordisce nel 1968 in Escalation di R. Faenza, ma il primo ruolo di grande spessore è quello di Giorgio in Il giardino dei Finzi Contini (1971) di V. De Sica. Molto attivo negli anni '70, costruisce una maschera attoriale in cui si mescolano la timidezza e il disagio interiore. Recita spesso con P. Avati (da La casa dalle finestre che ridono, 1976, fino a Fratelli e sorelle, 1991) diradando progressivamente le apparizioni. Nel 1995 dirige il suo primo film, Pugili, seguito nel 2002 dal Diario di Matilde Manzoni.

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