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Questo é uno dei libri piu belli e importanti della nostra intera letteratura. Gadda era un lombardo che, capitato a Roma, ne studio alcuni aspetti e zone al punto da poter creare un mondo, a meta tra il neorealistico e il letterario, che raccontava una certa roma di un tempo con una precisione e una padronanza di linguaggio quasi impressionante. Inventando un dialetto che mischiava romanesco, ciociaro, dialetti di altre regioni a nord o sud della capitale, e parole completamente inventate ma assolutamente esatte ed efficaci. Ma la grandezza del libro non é solo nell'essere un esercizio di stile pazzesco, ma nel fatto che lo stile e la ricchezza narrativa ci raccontano e danno l'atmosfera di un mondo, di una storia, di una miriade di personaggi che si integrano benissimo in questo universo letterario dell'autore, ma risultano anche e assolutamente veri e credibili. Ha saputo inserire gli stilemi del noir nel colore locale, romano e italiano, senza che sembrasse un genere e un mondo distanti e non integrabili tra di loro. E con quel linguaggio, quella storia e quei personaggi, ha raccontato quell'intreccio malsano che era lo spirito popolare al tempo del fascismo e subito dopo.
Se vi piace Montalbano, Manzini, uno dei Lucarelli o qualche commissario con cane fidanzata complessi gastrite gusti gastronomici regionali e trattorie di fiducia, se volete una trama facile e accattivante, una lettura digestiva e a la page non comprate il Pasticciacio. Alta letteratura, acrobazie verbali, funambolismi letterari, citazioni, una scrittura barocca, sanguigna calda. Bisogna avere tempo pazienza e passione per leggere Gadda. Non è da tutti.
La grandezza del libro non é solo nell'essere un esercizio di stile pazzesco, ma nel fatto che lo stile e la ricchezza narrativa ci raccontano e danno l'atmosfera di un mondo, di una storia, di una miriade di personaggi che si integrano benissimo in questo universo letterario dell'autore, ma risultano anche e assolutamente veri e credibili. Ha saputo inserire gli stilemi del noir nel colore locale, romano e italiano, senza che sembrasse un genere e un mondo distanti e non integrabili tra di loro. E con quel linguaggio, quella storia e quei personaggi, ha raccontato quell'intreccio malsano che era lo spirito popolare al tempo del fascismo e subito dopo. Perché non dimentichiamoci che quella é l'epoca di ambientazione del libro, e invece di parlarne direttamente, Gadda lo inserisce come uno sfondo sul quale si dipanano storie personali, di un bestiario umano, italiano, popolare, che ancora al tempo era un misto di italia pre-unitaria, di colonizzazione piemontese e di regime dittatoriale, con tutto il nuovo (e il vecchio travestito da nuovo) che si portava con se e provava a nascondere dietro ad un'ufficialità che certo non contemplava le miserie umane che troviamo nel libro, ma proprio di questi individui e delle loro miserie alimentava il proprio consenso. Raccontandoci una realtà complessa, sfuggente, sfaccettata e multistrato, dove i gialli (a dispetto del positivismo del regime) non sempre trovano una soluzione.
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