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Anno edizione: 2002
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 1987
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Classico romanzo di formazione, realistico e malinconico, dalle atmosfere cupe.
Dopo aver mal sopportato (e abbandonato a metà) Oliver Twist, è difficile spiegare con quale miscuglio di aspettativa, diffidenza e curiosità mi sono approcciata a questo romanzo. Ciò che di sicuro non mi aspettavo è che mi piacesse così tanto. La scrittura è magnifica, lo stile è ricco, ironico, brillante e malizioso, all'occorrenza grottesco, molto immaginifico, soprattutto molto fluido e scorrevole. La trama presenta le "classiche" premesse del romanzo di formazione, ma è semplice solo in apparenza perchè in questo libro, in realtà, succede veramente di tutto, con un ritmo incalzante e un'ambientazione che i critici hanno definito quasi "fiabesca". I personaggi sono interessanti e ben sfaccettati, originali, descritti in modo quasi teatrale (un gesto o tic specifico, una battuta spesso ripetuta, metafore ricorrenti associate a un singolo personaggio), caratterizzati in modo preciso, ironico ed efficace. Pip è l'adorabile giovin signore di cui seguiamo le vicende, nato per essere apprendista fabbro e diventato improvvisamente ricco per volontà di un misterioso benefattore che gli ha prospettato per il futuro "grandi speranze" (expectations nell'originale, che presenta una sfumatura di significato un po' diversa); il protagonista ha tutte le carte in regola per stare antipatico al lettore per via del suo snobismo, l'ipocrisia e la volubilità tipici dei parvenu nati poveri e poi arricchiti, ma Dickens riesce non so come a renderlo simpatico agli occhi del lettore, e in effetti è il mio personaggio preferito perchè è veramente ben scritto, e comunque in generale è un personaggio positivo. Insomma, consiglio vivamente questo romanzo che per me è stata una grandissima scoperta, mi ha fatto venir voglia di leggere altro di Dickens e, forse, anche di dare un'altra possibilità a Oliver Twist.
Grandi Speranze rientra nella categoria dei Bildungsroman, o romanzi di formazione. Descrive l'evoluzione della vita di Pip da orfano con poche aspettative ad erede di una gran fortuna. La storia e' di per se' leggera; infatti l'intento dell'autore non e' quello di effettuare un'ampia analisi o critica sociale del periodo storico, ma raffigurare l'evoluzione di un ragazzo sullo sfondo del diciannovesimo secolo. Pip scoprira' crescendo che le grandi speranze sociali, economiche ed amorose della gioventu' sono illusorie. Il protagonista capisce allora che la vera ricchezza e' rappresentata dalle piu' sincere relazioni umane, nate da radici profonde o atti caritatevoli (vedi l'amicizia con Herbert e il cognato Joe; vedi il rapporto con Magwich). E sono proprio le grandi amicizie di Pip ad essere la svolta nella sua vita..
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