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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2017
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Se Chiara Gamberale fosse meno carina, meno popolare e meno "hyper" nell'atteggiamento, si potrebbe parlare di un'altra Mazzantini. E più sincera, meno artefatta. Ma si sa, questo paese non perdona le donne di spettacolo che osano scrivere, a meno che non scompaiano dalla scena pubblica. Invece Gamberale è un fior di scrittrice, che entra chirurgicamente nei sentimenti e non è mai banale, mai scontata. L'unico rischio che corre è di lasciarsi andare a seguire mode per poter vendere meglio (vedi il libro con Gramellini), quando in realtà la sua scrittura basterebbe e avanzerebbe per renderla una delle migliori penne femminili del nostro paese. I suoi sono sempre romanzi che affrontano i sentimenti, ma l'approccio è feroce, senza sconti, senza piagnistei. E nonostante la lucidità chirurgica dell'analisi, riesce ad essere commovente e coinvolgente, con una scrittura tersa e un gran senso del ritmo e del racconto. La leggo ogni volta con grandi aspettative, che quasi sempre vengono soddisfatte e a a volte addirittura superate.
Libro dalla scrittura scorrevole e coinvolgente. Il lettore riesce a vivere le emozioni che prova la protagonista del romanzo e come lei, rimane impotente di fronte alla passione "malata" che la donna sente per Lorenzo, l'uomo di cui è innamorata . Il finale, per dirla con un proverbio, ti lascia con l'amaro in bocca.
Il conflitto di una donna disposta ad accettare di tutto dall'uomo che ama, pur di averlo, pur di appagare il suo bisogno. L'assurda proiezione del "finto amore" (che si crede "vero") nella sofferenza generata dall'auto-lesionismo, dalle proprie insicurezze, dalla paura di sentirsi soli, ignorati dal mondo. Amaro.
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