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Se amate i romanzi in stile gotico questo libro fa per voi!! Un buon esempio di letteratura dell'orrore: un romanzo che si snoda in una serie di racconti su "archetipi orrorifici" diversi, accompagnati da disegni in bianco e nero, che rendono la lettura molto piacevole e scorrevole: è stata per me una vera sorpresa.
Romanzo visionario, dove i racconti fuoriescono l'uno dall'altro come tante scatole cinesi. L'atmosfera è gotica; il terrore pulsa, vibrante, sena tregua, dall'inizio alla fine. Sotto sotto scorre l'ombra di una metafore universale, epica: quella dello scontro infinito tra bene e male, che finisce, però, col prosciugare dei sentimenti e dell'anima un semplice essere mortale come noi.
Questo romanzo è la versione moderna del romanzo gotico, sia per lo stile che per i temi trattati. Lord Baltimore il nuovo Jonathan Harker o il nuovo Van Helsing; il Re Cremisi, il nuovo Dracula. Trama Il capitano Henry Baltimore è un militare impegnato sul fronte delle Ardenne, durante la prima guerra mondiale. Gravemente ferito e unico superstite di una battaglia infernale, risveglia l'ira di un essere mostruoso, un vampiro. E il mondo cambia per sempre: una pestilenza che neppure la morte è in grado di fermare si diffonde in tutta Europa. Soltanto Baltimore, controfigura tragica del tenace soldatino con una gamba sola, può combatterla. Nella sua lotta senza fine contro le tenebre convoca tre amici in una solitaria locanda, tre uomini dal passato inquietante che possono capire la natura del morbo che sta divorando l'umanità. Saranno loro i testimoni dello scontro finale contro il Male in cui Baltimore si troverà a fronteggiare una volta per tutte la creatura che è la sua nemesi da molto, troppo tempo... La storia è semplice ed articolata su canoni già ampiamente sviluppati nella letteratura gotica del passato; eppure non mancano aspetti originali. Innanzitutto vi è il parallelismo tra la storia di Lord Baltimore, prima soldato, poi cacciatore di vampiri e la fiaba de “Il Tenace Soldatino di Stagno” di Hans Christian Andersen*. Inoltre,la narrazione è affidata a tre personaggi, amici di Lord Baltimore, che quest’ultimo ha convocato in una locanda di una sinistra città. I tre mentre aspettano l’arrivo dell’amico ammazza vampiri, intrattengono il lettore attraverso dei personali racconti, sviscerando metaforicamente i loro incubi, mediante i quali vogliono dare prova della loro fiducia in Lord Baltimore. Essi stessi hanno avuto percezione di ciò che l’amico combatte: ecco perché sono dalla sua parte. Infine vi è un ulteriore parallelismo, quello tra la peste e il vampirismo: i vampiri sono una metafora della peste, che negli anni in cui è ambientato il romanzo (prima guerra mondiale) falcidiava l’Europa. Questo il passo scelto per voi, in cui potete notare, come temi principali del romanzo, la negazione della guerra e l’eterna lotta tra il bene ed il male. “Siete stati voi a chiamarci. Tutti voi, con la vostra guerra. Il ruggito dei vostri cannoni ci ha scossi nelle nostre tombe silenti. E tutto quel sangue che versaste…. Eppure anche allora, eravamo come sonnambuli, persi nelle nostre menti senza tempo. Ma la guerra ridestò la mia mente e quella consapevolezza si diffuse come un’infezione tra di noi, proprio come il nostro contagio è dilagato tra di voi. Noi siamo stati la vostra peste e voi la nostra. Voi assassini. Voi folli vendicatori. Voi guerrieri. Adesso non riuscirete più a disfarvi di noi. Fintanto che l’uomo sopravviverà, noi saremo sempre la sua ombra scarlatta” (dialogo nello scontro finale tra il Re Cremisi e Lord Baltimore – a parlare ovviamente è il primo - ).
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