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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2010
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Gli abitanti della contea di Sevier, Tennessee, sono abituati alla violenza della natura. Ma quando dal folto dei boschi emerge una creatura mostruosa, vestita di sgargianti abiti femminili, dal volto dipinto, sanno che è arrivato il momento di agire.
Lester Ballard, il protagonista di Figlio di Dio, è uno dei tanti "poveri bianchi" che popolano le catapecchie e i cortili del Sud rurale, le campagne fuori dal tempo dove la Storia è scandita dai linciaggi e dalle pubbliche impiccagioni, dove la promiscuità e l'incesto sono la regola. Nello spazio di una breve gelida stagione, Ballard, il contadino solitario, amante della caccia e del whisky fatto in casa, si trasforma in un animale da preda: da feticista a stupratore, assassino, necrofilo. Le scorribande sempre piú sanguinose di questo serial killer controcorrente hanno come cornice la natura violenta e il paesaggio incantato delle montagne del Tennessee, e a commentarle è un coro di personaggi che, come sempre, attinge a quel museo degli orrori che è l'immaginazione di uno scrittore peraltro capace di insospettate, improvvise delicatezze.
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Sembra che abbia il montaggio alternato di certi film, ti conduce dove vuole e come vuole. Le descrizioni, dalle paesaggistiche a quelle sull’animo umano, malato quanto vogliamo, nel personaggio di Lester Ballard, toccano gli inferi della personalità. Non ci sono visioni di massacri nel dettaglio, ma McCarthy ti spinge ad immaginare l’abisso…
La mia opera preferita di McCarthy. L'autore sembra un mago: Alterna attimi di crudo realismo, solida verità, duro mondo, ad attimi allegorici, che si staccano da questo mondo sporco. Un'opera ambigua, geniale, che finisce sempre per rigettarci in questo mondo. La trama è semplicemente quello che è, una storia. Una storia cruda.
McCarthy si sa, ha uno stile molto particolare di scrittura che già mal si adatta ad una lettura di massa. Aggiungiamoci il fatto che il protagonista nel corso del romanzo si rende artefice di azioni deprecabili e raccapriccianti e si capisce il motivo per cui quest'opera non possa essere per tutti. E' un libro che o si ama o si odia, eppure racchiude in sé tutta la poetica dell'autore: la denuncia di una società malata che quando tratta un uomo da bestia, lo trasforma in bestia. Bellissimo e terribile allo stesso tempo.
Recensioni
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