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Il libro di Cosmo G. Sallustio Salvemini “Epuloni e Lazzari” (Europa Edizioni), oltre ad essere una preziosa analisi sulle discrasie tra il mondo degli arci-ricchi e quello dei super-poveri, è una coraggiosa denuncia di tante ingiustizie sociali. In nome del dio denaro, infatti, si commettono soprusi di vario genere. La sub-cultura dell’affarismo si ripercuote negativamente sulle nostre esistenze. La vendita delle armi incoraggia i guerrafondai. Il capitalismo selvaggio genera alienazione mentale. A nulla è servita la globalizzazione; anzi, ha contribuito a creare un divario ancora più profondo tra le classi sociali e nuove forme di schiavitù, dalla prostituzione al caporalato. E’ apprezzabile il riferimento alle encicliche pontificie che hanno messo la persona al centro di ogni progetto politico, anziché il profitto senza limiti. Lodevole la proposta di creare in ogni Stato una Banca Etica che aiuti le classi sociali disagiate. Un plauso all’autore del libro che ha illustrato il nocciolo dei più gravi problemi di oggi e che ha rilanciato la Terza Via (liberal-socialista) proposta dal suo prozio Gaetano Salvemini oltre settant’anni fa. Prof. Florinda Battiloro (Salerno) ''EPULONI E LAZZARI'', UN LIBRO CHE DENUNCIA TANTE INGIUSTIZIE La considero una pubblicazione semplicemente importante l'ultima di C.G.S. Salvemini. Importante dal lato storico-sociale della nostra Italia perchè rappresenta una nuova ri parten. za per tutti noi, un imperativo categorico di fronte al quale non_possiamo nascon derci: suona come una domanda perentona : SIAMO EPULONI O LAZZARl? Rispondo parlando con brutale franchezza: 'ho la vocazione, volontaria ed involontaria, del lazzaro cronico, permanente a motivo della mia instabilità psicologica, poca voglia di fare, carattere ribelle e poco o nulla malleabile. Non violento, sono refrattario ad ogni qualsivoglia etichetta o definizione e fin da bambino, nei giochi tra amici, sono sempre sfato dalla parte dei più deboli mettendomi con la squadra perdente ogni volta che c'era una gara, una sfida od una partita. Mettermi dalla parte dei più forti era fin troppo facile, schierarmi con i più deboli esaltava le mie qua1ità e non poche volte creavo scompiglio tra gli avversari. Se mi venisse chiesto se preferirei andare a pranzo con miliardari in un albergo di lusso o piuttosto in una mensa pubblica con gente semplice non esiterei un solo istante a scegliere quest'ultima perché se il destino o la volontà di Dio od i miei limiti mi hanno re1egato stabilmente alla condizione di LAZZARO, ebbene, di questa condizione e condanna io ne ho fatto una scelta". Dott. Eugenio Morelli (Treviso)
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