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Tu, insegnante. Pensa a una ragnatela molto grande, infinita. Immagina di essere sopra uno dei suoi fili e di iniziare a camminare. A un certo punto incontri un altro filo che attraversa quello su cui cammini. Poi ancora un altro, e un altro ancora. E così via, fino a un numero illimitato di fili, tra di loro intrecciati. Ebbene, questi fili sono le possibili strade di quella rete d’insegnamento che puoi imboccare o suggerire di percorrere. E ogni volta che cambi percorso, cammini su di una nuova strada con il carico dell’esperienza e del sapere del percorso precedente, arricchendo man mano questa strada con il carico culturale dell’ultima traversata. E’ proprio sull’idea di queste intersezioni del sapere che Cristina Baldo e Silvana Chiesa hanno pensato di tessere le trame del loro Intrecci sonori: “ … quattro percorsi di ascolto in cui il nucleo è il rapporto tra musica e parola, osservato da una prospettiva interdisciplinare rafforzata dai molteplici agganci alle arti figurative, all’estetica, alla storia sociale e secondo angolature scelte allo scopo di esemplificare altrettante possibilità di un percorso d’insegnamento concepito a partire dall’esperienza diretta del testo (verbale/musicale) … nell’ordine: 1. un topos letterario-musicale (la seduzione canora), analizzato a partire da due celeberrimi brani operistici di Monteverdi e Bizet; 2. una singola opera (Dido and Aeneas di Purcell) letta alla luce della sensibilità, della cultura e della realtà storica inglese del suo tempo; 3. una tematica (l’amore) in alcune sue differenti trasposizioni poetico-musicali tra popular (Gino Paoli) e teatro musicale (Mozart, Rossini, Wagner); 4. un’epoca (il primo Ottocento) vista al filtro del motivo — universale e allo stesso tempo particolarmente tipico di quegli anni — del viaggio e della figura del viaggiatore … ” Tutti e quattro i percorsi possiedono elementi che ne permettono l’interconnessione con altri. E’ un nuovo modo di elaborare la didattica: “abolita l’impostazione storicistica lineare e consequenziale”, il libro — attraverso l’analisi della musica in rapporto al proprio testo verbale — propone un “concetto di cultura intesa come intreccio, trama di rapporti.” E’ una rete non chiusa su se stessa, ma aperta a cogliere i frutti di altri settori culturali che, interagendo con l’argomento principe avanzato dalle autrici, via via vanno a costituire quella che risulta essere la trama del nuovo modo di fare cultura nell’era del digitale e di Internet (rete, per l’appunto). Quindi, prospettiva interdisciplinare, schede a rimando e questionari di verifica (in fondo a ogni capitolo) rendono Intrecci sonori non solo un ottimo laboratorio di ascolto fra musica e parola, ma anche un’indispensabile guida per il docente di liceo nel costruire un percorso didattico (per l’insegnamento della musica) che non vada a implodere alla minima volontà di apertura culturale mostrata dallo studente. d. devivo
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