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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2017
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Questa storia tra alti e bassi vi terrà incollati al libro fino all’ultimo rigo, non riuscirete a staccarvi da questi due personaggi e dalle loro vicende che ricordano situazioni e stralci di vita quotidiana, eh già perché Greta e Rick potremmo essere noi stessi, o i nostri vicini o ancora nostri amici o conoscenti, insomma una storia umana e reale che si svolge in posti reali e noi molto vicini. Quindi in un mix di dolcezza, amore e loquacità, con quel giusto gusto piccante ed un po’ di suspense Daniela Volontè secondo me si riconferma un’ottima Autrice ed è tutta italiana. Per cui se non lo avete ancora fatto correte a comprare questo fantastico romanzo.
Grazie alla storia di Greta e Patrik riderete, piangerete e rifletterete. Proprio quest'ultimo punto mi ha colpito molto. A mio parere infatti, questo racconto offre uno spunto veramente interessante sull'importanza del "sentirsi leggeri", non inteso come la possibilità di commettere errori senza curarsene, ma come la capacità di abbandonarsi alle emozioni e viverle pienamente. Se volete una bella storia d'amore che, giunti a fine lettura, vi lascerà sereni e commossi, "Non chiamarmi di lunedì" è la lettura giusta.
la Volontè sa scrivere, è evidente. Molto brava, si legge velocemente, non ci si accorge del tempo che passa. Ma a volte è leggermente ripetitiva. Diciamo pure che in questo romanzo le persone per hobby si raddrizzano la schiena. Così. Sempre. Ever. E tendo a farci caso, probabilmente perché comunque ho dei problemi mentali. È il secondo suo romanzo che leggo, mi manca quello d'esordio diciamo. Che prima o poi leggerò, ovviamente. Partiamo con Patrick. La prima impressione è che sia un coglione. Sarà che sono empatica con Greta, ma lui è uno stronzo. Cocco di mamma, se la tua azienda ha deciso di mandare in mobilità della gente, NON TE LA PUOI PRENDERE CON LA TIZIA CHE HANNO ASSUNTO PER FARLO. BUON DIO. E invece no, smatti come una sedicenne di fronte a degli insulti su Justin Bieber. Idiota. Comportamento veramente stupido, anche perché ti sta mandando in mobilità, il coltello dalla parte del manico lo ha lei, e quanto ti ci vorrà MAI a capire che potrebbe rovinarti la vita? Cioè. QI massimo, menomale sei un ingegnere. Greta non è esente da qualche errorino di percorso. Sa fare il suo mestiere, ma poi mal giudica l'uomo che dorme nel suo letto. Quasi mi ricorda Vera Clayton di Dieci piccoli indiani della Christie, che ha mandato a morire il figlio dell'uomo che amava, per farla semplice, per averlo tutto per se. Cioè cocca, dopo tre anni di relazione clandestina, a questo si rischia di arrivare. La malattia mentale è dietro l'angolo. Di fondo però apprezzo un inizio della storia con personaggi che non per forza sono single. Da quel pepe in più, e soprattutto rende la trama meglio sviluppabile. Come fai ad accoppiarli, se stanno con altri? Ora. Per quanto io sia una persona che preferisce una trama degna di nota ad una bella scrittura, Daniela Volontè è diventata tra le mie scrittrici italiane preferite non per la trama (perché, andiamo, sono un po' cose viste e riviste), ma per il modo di scrivere così fresco e brillante. Si divorano le pagine e mettono allegria. Mi sembra che ogni tanto, per evitare che la storia finisca dopo metà libro, servano dei motivi per farli litigare, per rimandare l'inevitabile fine del racconto, e questi espedienti non ci vengono raccontati molto. Nel senso. Se si allontanano perché uno dei due si è offeso, leggiamo il punto di vista di quell'altro, che non ha la più pallida idea del perché sia stato allontanato. Più volte Greta si chiede "ma che cavolo vuole Patrick da me" e più volte lui si chiede la stessa cosa di lei. Solo che non lo capisce nemmeno il lettore, perché non ci viene spiegato. Ora, non ho esattamente una mente sveglissima, ma mi auguro di non essere la sola a non capire determinati scatti di bipolarismo. E questo è un grosso punto a sfavore e succede più di una volta nel corso della storia. Da una parte è anche vero che la storia tra loro si sviluppa molto in velocità, perché basta che condividano una stanza per saltarsi addosso. La scelta del titolo mi lascia un po' perplessa, perché o non c'entra un tubo con la trama, o io mi sono persa discreti passaggi.
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