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Anno edizione: 2013
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Secondo capitolo della trilogia di Diana Wynne Jones, è “Il castello errante di Howl” in versione “Le mille e una notte”. Procede piuttosto lento nella prima metà, lentezza che era già percepibile in “Il castello errante di Howl” senza poi davvero pesare sul primo libro. Prende velocità e corpo nella seconda parte, quando al protagonista si affiancano il soldato e i due gatti, e vengono rievocati i vecchi protagonisti. Rispetto al primo è un pochino inferiore, principalmente a causa del protagonista che poco regge il confronto con Sophie e Howl. A conti fatti, non è un libro terribile.
Secondo capitolo della trilogia di Diana Wynne Jones, è un “Il castello errante di Howl” in versione “Le mille e una notte”: procede piuttosto lento nella prima metà, ma fila nella seconda quando al protagonista di affiancano il soldato, i due gatti e vengono rievocati i vecchi protagonisti. Rispetto al primo è un pochino inferiore, per lo più a causa del protagonista che poco regge il confronto con Sophie e Howl, ma nel complesso non è un brutto libro.
Salam a tutti voi miei degni amici! Pronti per un viaggio emozionante nel deserto dell'estremo oriente? Sì? E allora forza, montate sul tappeto volante di Diana Wynne Jones, non ve ne pentirete! Il castello in aria è il secondo capitolo della trilogia che riguarda quel losco figuro del mago Howl. A differenza de Il castello errante di Howl, però, i protagonisti di questo libro non sono gli stessi che compaiono nel primo volume. Qui, infatti, Howl e Sophie non sono che comparse, dei cammei che appaiono solo alla fine. Il romanzo, però, non risente affatto di questa scelta dell'autrice, anzi. La prima parte, quella quindi che non riguarda affatto il romanzo precedente, è quella che ho gradito di più perché, verso la fine, la storia sembra perdere un po' di smalto. Il motivo è semplice: è tutto merito di Abdullah, il protagonista indiscusso della storia. Abdullah, infatti, con la sua simpatica parlantina, ci mette subito a nostro agio e ci trascina con sé all'interno della propria tenda nella quale custodisce la sua preziosa mercanzia. Al lettore sembrerà di varcare la soglia della sua modesta e polverosa dimora e di sedersi al suo fianco, su una delle montagne di stoffe che la riempiono. Abdullah, in fondo, non è che un semplice mercante di tappeti al quale, per uno strano scherzo del destino, succede davvero di tutto. I suoi sogni, senza che lui se ne renda conto, si tramutano in realtà portando con loro anche una bella dose di contrattempi. A causa di una serie sfortunata di eventi si ritroverà a dover gestire una situazione che, da umile venditore di tappeti, certamente non aveva mai nemmeno immaginato. Così, dall'interno della sua tenda, accompagnato da un tappeto volante, un genio intrappolato in una bottiglia e un ex soldato, Abdullah si lancerà nella ricerca forsennata e, perché no, anche un po' disperata della principessa della quale si è invaghito: Fior della Notte, una principessa che fino a quel momento era vissuta solo nei suoi sogni. Con un linguaggio semplice e diretto la Jones ci accompagna, quasi per mano, nell'estremo Oriente e ce ne trasmette l'atmosfera, gli odori. Sembra quasi di ritrovarsi sporchi della polvere dei tappeti di Abdullah, pregni degli miasmi, non esattamente gradevoli quindi, della cucina di Jamal, accaldati dal clima torrido del deserto della città di Zanzib. Un romanzo, questo, che più che fantasy definirei fiabesco, certamente più del primo. Anche qui gli elementi della fiaba ci sono tutti e sono mescolati per bene, così da poter inserire all'interno della narrazione anche un po' di mistero. Quando ci si immerge nella lettura (perché ci si immerge, date retta a me e alla mia povera schiena) non si può fare a meno di pensare ad Aladdin e alla figura dello strano mercante con il quale ha inizio il cartone animato. E poi il tappeto, il genio, le tende. Tutto, insomma, richiama alla nostra memoria i colori caldi creati dalla Disney. Eppure il romanzo della Jones è stato pubblicato ben due anni prima dell'uscita del cartone animato della Disney, ma tradotto in italiano dalla Kappa Edizioni solo nel 2006. Qualunque età voi abbiate lasciatevi rapire dalla Jones e fatevi trasportare, senza opporre resistenza, dalle sue parole che, come se foste su un tappeto volante, vi condurranno verso un mondo nuovo, unico nel suo genere: il mondo dei vostri sogni. E proprio come dice lo strano figuro all'inizio di Aladdin: "Non vi fate ingannare dall'aspetto comune. Come per tante cose non è quello che si vede, ma quello che c'è dentro che conta".
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