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I diritti umani vengono oggi considerati il principale parametro di legittimazione del potere in tutti i sistemi politici moderni. Persino dove più gravi e diffuse sono le violazioni dei diritti della persona, è raro che i governanti contestino apertamente il valore morale della dichiarazione e l’effettività del sistema di norme consuetudinarie e pattizie che ne è scaturito. Ma la grande scommessa sul fatto che l’intera comunità degli Stati potesse riconoscersi in un complesso di valori comuni, è vinta solo in apparenza. Mentre la fase del riconoscimento dei diritti è pressoché conclusa, l’impianto di efficaci strumenti di tutela segna il passo, almeno fuori del continente europeo. La crisi di autorevolezza dell’ONU ripropone poi il dubbio se la Dichiarazione del ’48 costituisca un progetto realistico e non un’utopia (generosa oppure ambigua). Questo testo è frutto di un convegno tenutosi presso l’Università di Bologna, a mezzo secolo da quella storica seduta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in cui la Dichiarazione cominciò il suo cammino nella comunità internazionale.
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