C'era una volta l'URSS. Ediz. illustrata

Leggero, gradevole, quasi superficiale, a tratti è più un nostalgico ricordo di un'avventura vissuta con un amico nei "giorni felici della giovinezza" (come l'autore stesso li definisce più volte) che un resoconto di viaggio dettagliato. Tantomeno si propone di essere un approfondito scavo sociale o politico (e del resto questo l'autore lo ammette chiaramente in apertura). La cosa curiosa è che Lapierre scrive questo libro a metà anni 2000 ma senza che "il senno di poi" lasci traccia nel racconto, tanto che leggendolo, e escludendo il capitolo finale, sembra di avere di fronte una cosa scritta sul momento, nel 1956, e questo conferisce una certa freschezza alla narrazione, che sembra imbevuta di entusiasmo giovanile. La scrittura è infatti leggera, a volte quasi scanzonata, le due mogli sono personaggi del tutto ininfluenti nella dinamica del viaggio (in compenso molta attenzione, quasi ossessiva, va alla Simca nuova fiammante, simbolo del benessere occidentale ostentato "au pays des soviets"). Per chi sia curioso di avere un'idea di come vivesse la gente comune in URSS a quell'altezza cronologica è sicuramente una testimonianza interessante: il lettore attento può ricavare varie informazioni e spunti tra queste pagine, anche se dispiace che non ci sia un po' più di approfondimento, un po' più di dettagli, un po' più di analisi.