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L’erba canta, ovvero, la ragione di un premio Nobel.<br>Doris Lessing ha vinto il premio Nobel per la letteratura qualche mese fa e io sono andata in libreria a cercare di conoscerla meglio, scoprirla, leggerla e capire la ragione di questo premio.<br>Ho scelto il primo libro, che Doris Lessing ambienta nella sua terra di adozione, il Sud Africa, dove si trasferisce, ancora bambina, dall’Iran e che lascerà, nel 1949, per Londra.<br>È il Sud Africa degli anni Quaranta, dove i bianchi sono coloni, possiedono fattorie e hanno “indigeni” al loro servizio. Una terra dove le convenzioni sociali fanno sì che una ragazza giovane, spensierata e modaiola venga criticata perché non ha ancora un marito. E dove un giovane proprietario terriero con ambizioni diverse dal piantare il tabacco dalle rendite sicure viene giudicato un fannullone e troppo sognatore per meritare lauti guadagni e fortuna. <br> <br>“L’erba canta” è la storia di Mary, <strong>ragazza di città che sceglie il matrimonio per non sentirsi “diversa”</strong>, per non sottomettersi alle critiche di chi pensa che non ne sia all’altezza, e di Dick, che sogna di fare affari con le api, aprire un emporio, <strong>fare fortuna senza ricorrere ai mezzi “da bianco proprietario terriero”</strong>.<br>Dick e Mary possiedono acri di <em>veld</em> (terreno verde e ondulato, tipico del Sud Africa), hanno al loro servizio boy che vanno e vengono secondo i capricci — e i maltrattamenti — che devono subire da Mary e vivono in una casa di fortuna a cui manca perfino il tetto.<br><br>Proprio quando sembra che nella assurda vicenda si sia stabilito un certo equilibrio, sia per rassegnazione che per istinto di sopravvivenza, tutto crolla, si spezza, come i nervi di Mary che cedono fino a strapparla a se stessa. Due figure saranno decisive nella risoluzione tragica della storia: <strong>Moses</strong>, l’ultimo boy di Mary e Dick, rappresentazione terrena dell’istinto, della forza, della carnalità e il vicino curioso e “giudicante”, <strong>Charles Slatter</strong>.<br>Entrambi sono gli ingranaggi, che incastrandosi fra Mary e Dick saranno fra i principali responsabili del chiaro e allo stesso tempo misterioso finale del romanzo. Romanzo che, per lo sviluppo della trama, la maestria nella caratterizzazione dei personaggi, la “normalità” di una storia vissuta in un luogo tangibile, visibile, di cui si sente l’odore forte, il rumore, l’afa asfissiante fa già presagire, con più di 50 anni di anticipo, un premio più che meritato all’autrice.
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