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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Libro avvincente in grado di rapire il lettore e farlo perdere tra i fili intrecciati delle vite di tante donne. Figure femminili interessanti che animano le pagine esprimendo il proprio punto di vista generazionale e culturale. Sullo sfondo una Istanbul moderna, ricca di colori, odori, fermenti. Una città dimentica del suo passato, degli orrori subiti dalla popolazione armena che forte della sua identità chiede a gran voce risposte…le otterrà?
Un bel libro, che ripercorre delle tappe storiche che, purtroppo, si tende a dimenticare. Al contempo, però, è dotato di forte ironia ed è scritto in modo molto scorrevole ed appassionante. Peccato arrivare alla fine.
Difficile parlare di un libro come questo senza togliere il piacere della lettura e della scoperta. cerco di evitare ogni elemento della storia o commento che possa togliere questo piacere. E' scritto e tradotto molto bene. La scrittura coinvolge e se ci sono quei piccoli trucchetti da scrittore per rendere coinvolgente la lettura, sono ben nascosti. E' pervaso da una sottile ironia ed anche nei momenti più difficili o tragici è percorso da una vena di comicità leggera. All'interno si intrecciano vari piani di lettura. La storia è come un gomitolo di cui non ci si rende conto se se sia composto da uno? da due? da tre? da uno? quanti fili? ci si accorge che è un gomitolo solo procedendo nella lettura. Parla di storie del passato la vicenda degli armeni, del presente gli armeni della diaspora ed i turchi di oggi. Parla di relazioni tra culture diverse che un tempo convivevano nella città più cosmopolita sino ai primi del '900 e che oggi non convivono? ma è vero? Parla di Istanbul come non la si immagina nemmeno. Parla degli immigrati in Arizona. Parla di donne, è un libro sulle donne. Parla di rapporti tra madre e figlie. Parla di cibo. Parla di convivenza, sostituendo situazioni e paesi, si adatta ad altre zone del mondo problematiche, una per tutte, la Palestina. L'autrice sotto processo in Turchia per attentato all'identità turca ( o qualche cosa di simile), ma oggi prosciolta. Gli Armeni che la esaltano per questo fatto, ma forse non hanno letto attentamente il libro (forse non lo hanno letto affatto), la critica se c'è è velata ed è per tutti! Il messaggio è diverso, usiamo il passato per unire non solo per dividere, il passato non è solo nero, la storia è fatta da persone non solo da masse e governi, la memoria non va cancellata, ma deve essere un esempio per non ripetere gli errori, le colpe dei padri non ricadono necessariamente sui figli, se no non c'è progresso.
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