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Ho scoperto Elisabeth Gaskell grazie alle serie della Bbc, qualcuna trasmessa da La Effe, perché in Italia era pressoché sconosciuta. I suoi romanzi sono molto lunghi, lineari e vogliono raccontare le vite e i sentimenti quotidiani delle persone dell'epoca alle prese con i cambiamenti dell'epoca ottocentesca: sociali, industriali, l'arrivo della ferrovia. Lo consiglio se piace il classico romanzo ottocentesco inglese, meno appassionato delle Bronte, più lieve di Dickens. Grazie alla casa editrice Jo March per la pubblicazione di queste opere.
Non conoscevo Elizabeth Gaskell ma tutto sommato è stata una piacevole sorpresa. E' un romanzo tipicamente ottocentesco, molto lungo, troppo devo dire, la prima cosa interessante succede a pagina 390. La lettura fino ad allora si trascina placida e senza scossoni, con qualche sbadiglio ma anche con la curiosità di capire cosa ci vuole raccontare la scrittrice. Questa è la storia di due mamme, due padri, due figlie e due figli. Tutti molto diversi fra loro, ma nessuna coppia in conflitto, anche dove ci si aspetterebbe che ci fosse (fra Molly e Cynthia, sorellastre che si amano tantissimo, e fra Osborne e Roger, diversissimi e legatissimi). E' un libro ben scritto, stranamente poco descrittivo, con dialoghi veloci, ma poteva essere decisamente più conciso. E' inevitabile affezionarsi a Molly, così spontanea e sincera, ma anche a Cynthia, molto migliore di come la si pensa, e vittima di una madre sciocca e vanesia. Idem per i due fratelli, deliziosi e verissimi. Molto realistica anche la figura dello Squire, il padre dei due ragazzi. E' una storia molto semplice, per certi aspetti attuale, perchè parla di una famiglia allargata e di pregiudizi, il racconto di una società difficile e incomprensibile per noi, dove i sentimenti erano considerati secondari rispetto alle necessità di rango e di denaro. E alla fine tutto finisce come dovrebbe, a parte per il povero dottor Gibson che rimane con una moglie insopportabile per piccineria e meschinità.
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