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Anno edizione: 2019
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Un viaggio meraviglioso, un autore brillante. Un libro magico
E' risaputo, da chi mi conosce un po', che io non sia un grande appassionato di fantasy. In realtà, qualcosa mi piace, qualcos'altro non mi 'incontra'. Cerco comunque di tenermi aggiornato e di non rifugiarmi nel pregiudizio. Con questa premessa, qualsiasi libro di questo tipo partirebbe con un consistente handicap. Non è il caso di “Medioevo”, il cui autore è ben noto agli appassionati per la saga relativa alle “Cronache dei cinque regni”. La bravura di questo autore assume una connotazione quasi oggettiva: lo dimostrano i continui riscontri positivi manifestati dai lettori, affezionati e neofiti, non appena si avvicinano ad una delle sue opere. A proposito di “Medioevo”, mi unisco alla schiera di chi è rimasto favorevolmente colpito dalla lettura di questo libro (e viste le MIE premesse, lo scrittore ha davvero sbancato), sottolineando che il plot è stato costruito mescolando al fantasy una serie di elementi distopici che si sono ben amalgamati nella storia. Qualcuno potrebbe dire che è merito della presenza della distopia se ho potuto 'digerire' questo testo fantasy. NON E' affatto così. Certamente, il fattore distopico aiuta molto a rendere “Medioevo” ancora più interessante ed accattivante. Non va considerato, tuttavia, come lo zucchero utile a contrastare l'amaro di una medicina da mandare giù per forza. Distopia e fantasy hanno di sicuro diverse affinità tra loro, ma occorre essere bravi nel saper intarsiare questi due generi. Non entro nel merito della trama, perché riassumerla non solo sarebbe difficile, ma rovinerebbe un po' la lettura del romanzo. Posso dire, però, che parte di essa è basata sul parallelismo tra due rapporti interpersonali. Da una parte ci sono il mago Tiran e la giovane strega Ann: entrambi fanno fatica a sopportarsi eppure si devono arrangiare per trovare una maniera per sabotare il potere assoluto del regime. Dall'altra ci sono Flavio e Medea, fratello e sorella cyborg asserviti al regime di cui sopra, uniti nell'intento di mantenere ordine e sicurezza all'interno della loro città-stato. Ma allora va tutto bene in “Medioevo”? Ci sarebbe effettivamente una pecca (in un frangente dell'intreccio, l'insieme ha rischiato di somigliare ad alcuni sviluppi relativi alla serie di film di “Ritorno al futuro”), ma l'esperienza dello scrittore ha fatto in modo di risolvere senza intoppi il problema. A maggior ragione, complimenti.
"Medioevo. Il futuro è la porta, il passato la chiave" è un'opera in cui il genere fantasy si arricchisce di connotazioni distopiche e fantascientifiche. Il lettore viene catapultato nel 2354 in una realtà dove la Terra è notevolmente mutata a causa dei disastrosi danni che l'uomo ha arrecato al pianeta tramite un uso incessante ed incosciente della tecnologia. La popolazione è suddivisa in Distretti ed è sottomessa al potere egemonico degli Antichi. A capo dei Distretti vi sono dei Consoli, ma nemmeno queste autorità hanno mai visto di persona gli Antichi. Gli Antichi sono, infatti, delle presenze emblematiche ed inquietanti che aleggiano al di sopra della comunità e che riescono comunque a terrorizzare gli uomini senza palesare la propria presenza. In questa storia la magia e la tecnologia avranno un ruolo importante. Tramite la voce del mago plurisecolare Tiran scopriremo tutti i segreti sulla magia e sulla tecnologia. Precisamente per quanto riguarda la magia, gli Antichi, infatti, in passato hanno tentato di uccidere tutti i maghi e tutte le streghe per detenere con maggior fermezza il potere, ma Tiran e altri esseri magici sono riusciti a fuggire dallo sterminio. Tiran ha atteso per secoli la possibilità di colpire gli Antichi ed il loro esercito di biocyborg, ma solo grazie all'aiuto di Ann, una giovane strega, e di Ric, un amico di Ann, riuscirà finalmente a scatenare una rivoluzione epocale. La scrittura fluida di Elvio Ravasio intreccia con estrema maestria gli eventi che presenta all'interno della trama. Il ritmo della narrazione incalzante e la storia avvincente stupiscono il lettore fino all'ultima pagina. Il volume corposo, infatti, contiene all'interno delle sue pagine un racconto ricco di colpi di scena che fino all'ultimo istante non mancherà di sorprendere le aspettative del lettore. "Medioevo. Il futuro è la porta, il passato la chiave" è un volume autoconclusivo, anche se lo scrittore mi ha dichiarato che forse in futuro potrebbe nuovamente riprendere in mano questa storia per donarci qualche capitolo in aggiunta. All'interno della sua opera Elvio Ravasio mostra tutta la sua abilità nell'arte della scrittura attraverso l'utilizzo di un lessico ricercato, ma soprattutto arricchisce il suo manoscritto con nozioni correlate al suo sapere culturale. Infatti, soventemente troviamo menzioni alle sue conoscenze delle materie della letteratura, della biologia, della chimica e della fisica. Inoltre, affiancati alla magia ed alla tecnologia, egli analizza con delicatezza e profondità il sentimento dell'amicizia, dell'affetto materno e dell'amore. Soprattutto l'ultima accezione mi ha stupita positivamente, perché lo scrittore è riuscito ad emozionarmi narrando la storia del grande amore di Tiran, una passione che nei secoli non si è mai affievolita e non ha mai cessato di credere in una seconda possibilità. Come avrete notato dalle mie parole, ho adorato il libro di Elvio Ravasio che, nonostante l'ingente mole, sono riuscita a terminare in pochi giorni. Non posso fare a meno di consigliarvi caldamente questo suo tomo, il quale è anche ulteriormente impreziosito da alcuni disegni sensazionali.
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