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Pubblicato a puntate dalla rivista "Le Voltaire" da ottobre del 1879 a febbraio del 1880, e poi edito in volume, Nanà narra "la storia di una ragazza che discendeva da quattro o cinque generazioni di ubriaconi, il sangue avvelenato da una lunga eredità di miseria e alcolismo, che in lei si tramutava in uno squilibrio nervoso della sessualità. Era cresciuta in periferia, sui marciapiedi di Parigi; e, alta, bella, fiorente come una pianta spuntata su un letamaio, riscattava i pezzenti e i derelitti di cui era il frutto. Con lei, il marciume che veniva lasciato fermentare nel popolo risaliva e faceva marcire l'aristocrazia. Diventava una forza della natura, un fermento di distruzione, senza volerlo, corrompendo e disgregando Parigi tra le sue cosce bianche come neve". All'inizio del romanzo Nanà Coupeau, vezzeggiativo di Anna, ha 18 anni, era nata il 30 aprile del 1851, ed è già madre del piccolo Louiset di tre anni. Incapace di recitare e di cantare riscuote un grandissimo successo a teatro e riesce, grazie al suo fascino, a far innamorare numerosi uomini: tra questi il banchiere Steiner e poi il conte Muffat, che soddisfano tutte le sue richieste economiche e non solo. Ricco di sfumature il personaggio di Nanà: fatal femme, cocotte, gelida, non conosce affetto, insaziabilmente avida di lusso e di piaceri, non ha forti sentimenti se non per se stessa, molto egocentrica ed egoista, morirà di vaiolo. Degna di nota la nuova traduzione curata da Donata Ferodi.
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