L' ultima ora

Val Rendena, 1796. L'esercito di Napoleone è alle porte. Il sarto Girolamo Burrino lancia la proposta di costruire un orologio sul campanile del paese. Si creano due fazioni e ben presto l’orologio diventa il simbolo di una battaglia di idee fra gente semplice. Per un po’ tutto rimane confinato entro i limiti degli scambi, ancorché burrascosi, di opinioni. La situazione si complica con il primo omicidio. Il goffo capitano Görrer non è in grado di dipanare la trama dei delitti che si alternano alle razzie dell’esercito francese, cui la gente assiste ormai stremata e rassegnata. L’ultima ora è quella di un orologio che non funziona, l’ultima per il protagonista, ma anche per un’epoca che si chiude per sempre, l’ultima di un mondo che comincia a essere rivoluzionato dal progresso, dalle tecnologie, l’ultimo sussulto di una coscienza che si accartoccia su se stessa consumata dal rimorso. L’intera vicenda è racchiusa nel diario che un notaio tiene con poca regolarità e archivia infine fra i suoi documenti, fatto che ne permette il ritrovamento a distanza di due secoli.