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Elogio della follia - Erasmo da Rotterdam - copertina
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Elogio della follia
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Descrizione


Erasmo, con "Elogio della Follia", guarda e invita a guardare alla demenza del mondo con occhi nuovi: nella consapevolezza che la realtà è quella che è e, in fondo, ci sono sempre delle "ragioni" in quello che gli uomini fanno - come non tarderà a sottolineare il Machiavelli - per cui vale forse la pena di dar credito alla "follia". Introduzione di Riccardo Donati.
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Dettagli

2016
Tascabile
Libro universitario
160 p., Brossura
9788844046002

Valutazioni e recensioni

AlfMusirica
Recensioni: 5/5
Elogio dell'Elogio della Follia

"Elogio della Follia" deve essere uno dei testi più fraintesi della Storia della Filosofia. Il problema è che, leggendolo fuori contesto, verrebbe da pensare che Erasmo veda nella follia una salvezza, se non l'unico modo che ha l'uomo per trovare la felicità. Non bisogna dimenticarsi, invece, che nel libro è la stessa signora Follia a pronunciare quelle parole, non Erasmo... E, in quanto Follia, afferma assurdità. Attraverso questo espediente ironico e sarcastico dell'elogio paradossale, genere di moda all'epoca, Erasmo esprime come affermazioni tutto ciò che lui invece negava, tutto ciò che attraverso questo trattato intendeva esporre e denunciare. Incredibile l'ironia con la quale Erasmo ci pone dinanzi ad una visione così catastrofica della realtà. In un trattato che è avanti coi tempi persino oggi, smaschera persino la vendita delle indulgenze 6 anni prima che Lutero affiggesse le sue tesi. Consiglio a tutti la lettura di un'opera che può aprire la mente... Ahimè, a distanza di oltre 500 anni dalla sua pubblicazione ce n'è ancora bisogno.

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Recensioni: 3/5

E' senza dubbio un'opera originale considerato quando è stata scritta (primi del '500) e quanto sia ancora oggi attuale. E' un ironico monologo che la follia, impersonata da una figura femminile, rivolge ai lettori per dimostrare che è "lei" che governa ogni cosa, è lei che dà sapore alla vita, motivo per cui i folli conducono una vita migliore rispetto ai sapienti. L'inizio scorre bene, un fiume di idee facilmente comprensibili e anche condivisibili, poi però si fa sempre più ripetitivo e perde quindi il suo fascino iniziale. Il finale è più che altro una critica alle diverse classi agiate. Le numerose citazioni da testi greci e latini con relative note rallentano parecchio la lettura.

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Erasmo da Rotterdam

(Rotterdam 1466 o ’69 - Basilea 1536) umanista olandese. Figlio illegittimo di un prete, educato da frati agostiniani, studiò teologia in Olanda e a Parigi (ottenendo il dottorato a Torino nel 1506). Precettore privato, cominciò a preparare per i suoi allievi quegli opuscoli pedagogici che diventeranno poi, per secoli, i libri di testo della cultura europea. Discepolo ideale di Lorenzo Valla, entrò in contatto, in Inghilterra e in Italia (dove passò tre anni, 1506-09), con i più eminenti umanisti del suo tempo e cominciò lo studio del greco. Con l’Enchiridion militis christiani (1502) si fece portavoce di una riforma della chiesa ispirata a idee di tolleranza e di pace universale. A Venezia, ospite di Aldo Manuzio, lavorò agli Adagia, una raccolta di proverbi dell’antichità. Tornato in Inghilterra,...

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