L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Quella vena malinconica che ho percepito durante la lettura di Sulle rive dei fossi trova conferma anche in questa raccolta, Fiori di campo, prima pubblicazione dell’autore avvenuta nel 2016. Pure qui si intrecciano ricordi e visioni della natura e con ogni probabilità sono i primi a segnare l’amarezza che sta alla base dei versi. Si tratta di una visione non certo lieta quella di “Addio”, perché se la morte, che è naturale nel ciclo della vita, non può mai ispirare allegria, quella atmosfera asettica data dal tipico letto d’ospedale porta già in sé il freddo della fine, toglie ogni calore che un sentimento può comunicare; più che la tristezza per la dipartita colpisce l’abbandono, questo ospedale prefabbricato, anonimo, tra i filari schierati come quelli dei viali che portano ai camposanti, isolato un una campagna dove l’unica vita sembra essere quella produttiva dell’uomo. La tenerezza con cui il ricordo è rievocato mi ha ha confermato che si tratta della mamma e quasi a chiudere il cerchio del discorso con Memoria si arriva all’ultima dimora. Ecco come può essere addolcita la morte, con una visione agreste, con un paesaggio, che, pia illusione, si spera che il defunto possa apprezzare, perché comune a ciò che vedeva in vita. E’ proprio in questo connubio fra ricordo e natura che si ritrova la sacralità della morte, quella ritualità interiore che sembra oggi ormai persa e che tanto invece era propria di una società in cui il sentimento non era esibizione, ma un’intima emozione che solo lo sguardo lasciava trapelare. Di questo mondo passato è evidente il rimpianto, tanto maggiore a chi si lega ai cicli immutabili della natura, che è la primigenia fonte di ispirazione, purché si sia capaci di osservarla. Ne discende quindi che la lettura di questa raccolta è più che gradevole, tanto che è sicuramente consigliata.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore