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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2015
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Junger , ormai cinquantenne ex capitano della Wehrmacht, nonché premiato combattente nella I guerra mondiale,nella sua dimora di Kirchhorst in Sassonia ,proprio nel 1945 alla fine della guerra, stila queste pagine di diario dal ritmo lento , che alternano immagine della natura con considerazioni filosofiche, letture bibliche con la riflessione sugli avvenimenti catastrofici , le cui notizie arrivano in quello sperduto villaggio. In quella Germania annientata, distrutta, annichilita di fronte a quanto è successo, egli si ritrova a vivere in quel rifugio fragile ma miracolosamente provvidenziale, quella”capanna nella vigna”, come la definiva il profeta Isaia, dove passano i racconti dei sopravvissuti dai campi di sterminio, dalle devastazione delle truppe di occupazione, dove si stemperano le dolorose testimonianze di una popolazione in balia dei vincitori. Un rifugio poi che viene riscaldato anche dall’arrivo delle lettere dei parenti o dagli amici, miracolosamente sopravvissuti. Nei momenti di puro sgomento , dovuti al crollo rovinoso di tutte le certezze di una volta, in cui ad un popolo intero, innocente o no, viene addossata “la colpa”, allora in quel “biblico” rifugio, accanto agli echi delle letture bibliche che Junger porta avanti o alle riflessioni su altre letture di classici europei, entra l’ondata di vita che proviene dalla terra, dal rinnovarsi miracoloso della fioritura e della maturazione dei frutti. E l’intellettuale Junger, divenuto umile agricoltore, sembra suggere proprio da qui la nuova linfa vitale che è capace di alleviare le sofferenze portate dalle ondate devastatrici della morte e condurre i sopravvissuti nelle acque calme di un porto sicuro.
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