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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Io quando leggo Erri de Luca lo ascolto. Lo ascolto leggere come un "nonno" saggio che non ti stanchi mai di ascoltare perché sai che ha l'anima piena di mondo. Io quando leggo Erri de Luca mi riempio di poesia e di delicatezza, perché le sue storie travolgono ma senza ferire, hanno quella leggerezza e allo stesso tempo quell'emozione che sanno farsi posto da sole nella piega delle emozioni e ci restano. Questo libro ha variato un po dal suo "solito" (che non scade mai nel banale e ripetitivo) e mi è piaciuto anche per questo. Ma tutto il resto è Erri..
Storia di guerra, storia di massacri, storia di una bambina diventata donna, storia di una figlia, storia di un soldato, storia di un uomo che fugge e che si nasconde, storia di corpi. Difficile definire in un sintagma il contenuto di questo libro.. L'autore ha grandi capacità espressive e riflessive. Bello leggerlo e confrontarsi con altri lettori.
Meno di 90 pagine, ma quale e quanto peso specifico! Rispetto a precedenti opere di Erri De Luca in questa occasione è necessario prestare particolare attenzione, al punto di rileggere e meditare alcuni passaggi. Il libro è sostanzialmente composto da due parti. La prima (35 pagine molto, molto dense e ricche di spunti di riflessione) fa riferimento ai pensieri dell’autore a fronte dei luoghi e dei termini dell’olocausto (dai ghetti ai lager), fino a portarlo all’incontro (casuale) con i protagonisti della seconda parte (figlia e padre). In questa sezione ci viene narrato il rapporto tra i due ma, soprattutto, la riflessione del protagonista (criminale nazista) nei confronti dei suoi comportamenti. De Luca restituisce, con agghiacciante lucidità, la convinzione dell’ormai vecchio (ma certo non domo) ufficiale che il suo unico torto sia stata la sconfitta nel secondo conflitto mondiale, senza MAI un’ombra di autocritica sui crimini compiuti. Anzi, egli trova nello studio dei testi ebraici, in particolare nella Kaballà, una ipotetica risposta a ciò che il nazismo avrebbe dovuto (e non ha saputo) fare per raggiungere il suo scopo e … vincere!!! Ma il Golem e l’èmet – la verità – non gli daranno scampo, come il magico numero 190 (a proposito è davvero straordinario e profondamente toccante il commento di De Luca circa la necessità di usare lettere e non cifre/numeri quando si parla di vittime della Shoah!!!). Non c’è, né ci può essere, pietà per i nazisti, comprese le inquietanti versioni contemporanee! Erri De Luca ci conduce per mano a comprenderne il motivo. Da leggere e da meditare.
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