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Al suo apparire sulle scene parigine nel dicembre 1962, Il Re muore (Le Roi se meurt) fu salutato da una larga parte della critica come il vertice più alto raggiunto dalla creazione drammatica di Ionesco; taluni, anzi, non hanno esitato a inserire l’opera tra quelle più significative del teatro contemporaneo. A proposito di questo testo, il critico e studioso inglese Martin Esslin ha scritto: “La commedia di Ionesco non è un’allegoria; come la maggior parte delle commedie del Teatro dell’Assurdo, è un’immagine poetica della condizione umana, forse più semplice, più avanzata delle prime opere dello scrittore, ma anche più potente, più controllata, più classica nella forma. Si direbbe che Ionesco abbia assorbito alcune linearità formali di Beckett e alcune ritualità di Genet. Una commedia profonda e bellissima… Un capolavoro della letteratura drammatica moderna”.
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