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Ogni libro di antropologia è, per sua natura, ai miei occhi un incanto. Ci sarà sempre una quantità considerevole di cose la cui esistenza ignoravo. E questo testo non fa eccezione. Eppure, è una sensazione del tutto personale, rispetto al tema che l'autore si è prefissato di seguire, non ho trovato il percorso sempre chiaro e definito. Alla luce del precedente testo letto, "Streghe e pagane" della Dashu, nel quale il filo del discorso era lineare e affilato come una lama (e sottolineo che parlo della struttura narrativa, non dei contenuti), questo di Truppi purtroppo, malgrado i nobili intenti, ogni tanto si perde nei meandri delle affascinanti pieghe della storia e della mitologia, lasciando indietro l'idea di base trainante. Ripeto, rimane un testo che sono felice di aver letto e ne consiglio caldamente l'acquisto, fosse solo per il capitolo sulla civiltà minoica, che ho adorato; tuttavia è risultato, a mia modestissimo parere, una navigazione preda delle onde.
Era da parecchio tempo che non leggevo un saggio in grado di intrigarmi ed è accaduto con questo pregevole lavoro di Fabio Truppi che ha a che fare con l’archeomitologia. L’autore analizza miti e culture del passato, concentrandosi sul concetto del ‘femminino sacro’, legato a un universo femminile sovente represso dal dominio maschile. Tale universo è rappresentato dalle dee antiche presenti in varie culture e che sono versioni della cosiddetta Dea, un principio, appunto, femminile, complementare e nello stesso tempo opposto a quello del Dio maschile delle religioni monoteiste. Tuttavia, Truppi va oltre e, con l’accuratezza di un antropologo, analizza un altro aspetto del femminino sacro, quello della Dea Madre, che include, però, una versione più oscura e tenebrosa, collegata ai riti di fertilità e alla sessualità, spesso demonizzata dalla cultura cristiana. Dopo un’ampia disamina di questo elemento, Truppi ci conduce in un avvincente viaggio ancestrale, esaminando leggende greco-romane, celtiche ed etrusche, con una profondità sorprendente. Abbiamo, quindi, a che fare con un testo pregevole che sarebbe un vero peccato trascurare.
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