Un destino ridicolo - Fabrizio De André,Alessandro Gennari - copertina
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Un destino ridicolo
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Descrizione


Un intellettuale marsigliese passato dalla Resistenza alla malavita, un pappone indolente e un pastore sardo scampato a una pesante condanna organizzano il furto di un carico di merce preziosa. Tre uomini provenienti da diverse latitudini ed esperienze che il destino riunisce a Genova per il "colpo" della vita. Due donne, una timida prostituta dell'angiporto e un'affascinante istriana, attraversano indenni lo spettacolo del disastro. Ma saranno Fabrizio e Alessandro, personaggi fino a quel punto marginali, a rintracciare e raccontare gli esiti delle avventure degli altri.

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Carù Libreria Dischi
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Dettagli

Tascabile
148 p.
9788806175917

Valutazioni e recensioni

  • Barbara Giunti

    Un delicatissimo intreccio di storie di fa scoprire nuovi lati della vita comune. Storie un po' assurde, un po' impossibili, e tuttavia così reali da non farci dubitare nemmeno un momento che sia mera invenzione. Con il tono basso e schietto che De Andrè non poteva che imporre, Gennari riesce a coinvolgerci in queste piccole vite, che emozionano e turbano anche più di alte e mirabolanti imprese. È il destino che si dipana, ci beffa e ci soccorre secondo schemi ineffabili, ed è una pura gioia vederlo così catturato sulla carta. Una splendida, piccola epopea di una manciata di grandi umili.

  • “Un destino ridicolo” l’ha scritto un vero contestatore, Fabrizio De André insieme ad Alessandro Gennari. Il romanzo parla di tre uomini, un intellettuale marsigliese passato dalla Resistenza alla malavita, un pappone sognatore e un pastore sardo che ha alle spalle una pesante condanna da cui è fuggito. Uomini che insieme organizzano il furto d’un carico di merce e che sembrano essere agli antipodi per carattere e ideali e che, invece, potrebbero essere idealmente una sola persona, una Trinità. Tre uomini lontanissimi che il destino riunisce a Genova per il colpo della vita “alla vita”. Poi ci sono anche due donne, una prostituta dell’angiporto e una istriana che, a dispetto della Trinità disegnata da Fabrizio De André e Alessandro Gennari e del disastro cui va incontro (la Trinità), aspettano e intanto se la ridono per quegli uomini tormentati da un destino troppo ridicolo per essere considerato come espressione della libertà umana. La vita è già stata disegnata per loro, si è posata inesorabile sulle loro spalle senza che se ne rendessero conto: per loro, la vita non potrà essere proiezione nel futuro perché presente e futuro sono un unico tempo, il presente, e solo questo conta veramente. E Fabrizio e Alessandro, personaggi marginali, all’inizio e alla fine del romanzo, sono i veri protagonisti insieme a “Bocca di Rosa”, insieme alle prostitute, coloro che sanno raccontare e che non censurano la storia che vedono e sentono lì, a Genova. E’ questo e molto di più l’unico romanzo lasciatoci da Fabrizio De André, che per il suo stile sembra davvero il testo di una sua canzone, con quelle esistenze sospese tra emarginazione e poesia. Concludo, come mio solito, con un passo tratto dal libro: "Non mi fraintenda, padre, - disse il medico - io ho un profondo rispetto per il Vangelo e per tutte le cose buone che insegna. Ma se devo dirle quel che penso, le parti più realistiche mi sembrano tristi, pessimiste e anche rinunciatarie. E gli episodi più felici, come la resurrezione, il paradiso e i miracoli, sono altamente improbabili alla luce del senso comune e della ragione....Insomma, io di gente morire nella sofferenza ne ho vista tanta e continuo a vederne, quasi ogni giorno. Ma resurrezioni, moltiplicazioni di oggetti o altri eventi miracolosi, non ne ho veduti mai....E badi che provo per le persone che hanno fede un sentimento di ammirazione e di invidia, perchè se credessi in un'altra vita farei meno fatica a sopportare questa. Ma d'altra parte, uno non può decidere a priori in cosa crede o non crede, o sarà forse che io non riesco proprio a prendermi in giro, mi capisce?" Sublime 8-)

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Alessandro Gennari

Alessandro Gennari (1949-2000) è stato assistente alla regia di Pier Paolo Pasolini, nonché critico letterario e scrittore. Con il suo primo romanzo, Le ragioni del sangue (Garzanti, 1997), ha vinto il Premio Bagutta. Per Einaudi ha pubblicato Un destino ridicolo (1996), scritto insieme all’amico Fabrizio De André, e per Piemme La mia seconda vita (1999). 

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