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“Quando un angelo si perde” è un piccolo grande scrigno di emozioni, sensazioni, riflessioni da leggere e soprattutto rileggere perché ogni lettura rivela sfumature e dettagli nuovi. E’ la storia di Fabrizio, delle sue passioni, del suo modo di vedere il mondo ma anche la storia di un profondo dolore raccontata con infinita dolcezza, con la lievità di una carezza, con il pudore di chi sa che i grandi dolori della vita non passano mai, si impara solo a trovare per loro, un posto speciale nel cuore. Sebastiano, Seba per familiari e amici, l'angelo che non è riuscito, nonostante l’amore e l’amicizia di cui era circondato, a resistere alle intemperie della vita, ha tentato, ha cercato ma alla fine il richiamo di altri angeli è stato più forte e così, in un giorno di festa, ha deciso che l'azzurro era meglio del grigio. È una storia intima, che porta alla luce la sofferenza di chi Seba lo ha conosciuto nei suoi pregi e nelle sue fragilità, lo ha apprezzato e amato al punto, forse, di sentirsi in colpa per non aver capito quanto profonda fosse la sua inquietudine, per non essergli stato più vicino, per non esserci stato nel momento peggiore. “Perché non mi hai chiamato?” la domanda che rimbomba nell’anima e che pesa come un macigno perché la risposta non c’è. Ecco allora, forse, il significato delle “considerazioni” con cui si apre il libro “Tutti abbiamo perso qualcosa o qualcuno” in quel “tutti abbiamo perso” c’è l’anima di Fabrizio ma anche l’anima di ciascuno di noi, perché la perdita è una sofferenza che ci accomuna. Ma la sofferenza della perdita diventa anche la molla per aiutarci ad assaporare ogni giorno, ogni attimo come fosse nuovo, per aiutarci ad allontanare da noi cattiveria, rabbia, personalismi che sono solo fonte di acredine che rovinano l’istante che chiamiamo vita. Già questa riflessione, posta all’inizio del libro, è un valore aggiunto inestimabile, da assimilare nell’anima. E si continua sul filo della memoria, sui pomeriggi passati con Sebastiano che non solo è stato amato, Sebastiano è ancora amato e cercato al punto che dopo tanti anni ancora Fabrizio si trova a parlare con lui, ogni giorno alza gli occhi al cielo e lo vede, lo sente sereno tra cirri bianchi e questo, forse, allevia quel dolore profondo mai accettato. Una storia raccontata con la sensibilità del poeta, in punta di piedi per non ferire nessuno, la scelta della fiaba, filo conduttore degli eventi, lo testimonia. La fiaba si sa è racconto per bambini, per accompagnarli nel mondo dei sogni con tranquillità, per lasciarli cullare tra le braccia di Morfeo. Ma in ogni fiaba, molte sono le prove difficili che il protagonista deve superare. Nelle fiabe il lieto fine è certo, almeno così si racconta ai bambini, ma la vita non è una fiaba. Grazie di cuore Monica per la bellissima recensione che hai fatto al mio racconto “ Quando Un Angelo Si Perde “
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