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Più conosco gli uomini, più apprezzo il mio cane. Blaise Pascal (1623 – 1662) Un romanzo, un’intensa dichiarazione d'amore per una compagna di viaggio, una presenza particolare e speciale perché estranea alle debolezze disarmanti proprie degli esseri umani. I protagonisti, donne e uomini, vivono intrappolati sotto il peso della loro fragilità, gli occhi rivolti solo a loro stessi. La loro volontà dominatrice, l’inevitabile soffocamento reciproco, la necessità di affermazione insaziabile non fanno che generare solitudine anche nella moltitudine di una socialità esagerata e “di facciata”. Non riescono a sottrarsi alla tentazione di rubare ad un’esistenza piatta, momenti di falsa eternità. L’ostentata libertà nella gestione delle questioni essenziali dell’esistenza non è che un’altra catena, un ennesimo giogo dall’effimero compimento. L'amore appare un facile nascondiglio all'inesorabile trascorrere del tempo, incapace di riuscire ad elevarsi dalla dimensione di semplice possesso, mero trionfo di un’individualità materiale fine a se stessa. Il rinnovarsi costante delle relazioni, sfruttate e gettate senza soluzione di continuità, assume i connotati di vana lotta per evitare la convivenza con il dolore e la perdita di significato, ormai intrecciati alla vita stessa. I sentimenti sembrano sempre più lontani, quasi irragiungibili. Questo ritratto di umanità trova il suo cristallino controcanto in Lara, il cane che aspettava le stelle, purezza incontaminata, innocenza lontana, ormai preclusa agli essere umani. La sua attesa quotidiana ha il dono dell'eternità. Lara è attenta e presente a chi ama, dona tutta se stessa senza domandare, senza attendere nulla da umani troppo distratti, combattuti dalla lotta con la devastazione del lutto e il conseguente senso di vuoto che li avvolge come nebbia fitta, sconvolti dall'incapacità di comprendere quanto non si può spiegare, rabbiosamente indomiti nella ricerca di risposte, nella volontà mai paga di conoscere se e cosa si cela al di là del nostro sguardo. Lara, come le stelle, è serena e imperturbabile nel suo amore incondizionato. La sua presenza rassicurante e fedele arriva superare gli angusti limiti della morte. La sua promessa, meravigliosamente inconsapevole, diventa quasi un simbolo di rinascita che gli esseri umani possono solo tentare di comprendere o, più semplicemente, fermarsi a contemplare. Anche quando la sua luce sembra svanire, quando l'eterno divenire procede crudele, incerto e inesorabile, la sua trasparenza continua a segnare, come chiaro sentiero, un percorso per chi va e per chi rimane.
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