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Anno edizione: 2014
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“Su ali d’aquila” è un libro che appena lo si finisce di leggere ti entra dentro e ti infonde una voglia matta di riprendere le sue pagine dal principio, perché di storie belle come questa non ci si stanca mai. Leggere “Su ali d’aquila” è stato un autentico viaggio, un’avventura sconvolgente e a tratti dolorosa, ma quando una scrittrice del calibro di Flavia Basile Giacomini ci dona una testimonianza così cruda e reale della vita, diventa quasi doveroso addentrarsi nei meandri della sua storia. Vediamo la storia attraverso gli occhi della giovane Rebecca, una ragazza che ci trascina in un racconto ricco e affascinante, mostrandoci le fasi del suo amore per il bellissimo, quanto affascinante, Gregory Elliot. Divorando le righe, possiamo immedesimarci nelle prime fasi del loro innamoramento, nei batticuore di Rebecca e nel timore di non essere abbastanza, soprattutto quando c’è di mezzo una consistente differenza d’età. Ma si sa che questo particolare non è mai stato un ostacolo, e così Rebecca e Gregory ci regalano emozioni intense e gioie inaspettate. Ho riso con loro, mi sono emozionata leggendo degli spezzoni – in particolare quelli che facevano emergere la tenerezza dell’uomo ed il suo amore incondizionato nei confronti di Reb e della loro famiglia-, mi sono sentita catapultata al fianco della protagonista in molteplici situazioni e più volte il mio cuore si è contratto in dolorosi spasmi quando tutto l’idillio viene intaccato. Un “sistema solare perfetto” minacciato da un temibile buco nero che tutto vuole distruggere e cancellare, come se gli spensierati anni di Gregory e Rebecca non fossero mai esistiti. E da qui parte un calvario di sofferenze e privazioni, un lungo viaggio nel quale Reb deve sfidare prima di tutto se stessa ed il suo mal de vivre, messo a tacere dall'amore di un uomo che stenta ora a riconoscere, e riemerso in tutta la sua violenza autodistruttiva. Un tema quello dell’autolesionismo trattato con profondità e amarezza, che si unisce a tutta la sofferenza che circonda il corpo centrale del romanzo, lo scheletro attorno al quale ruota l’intera vicenda assieme alla possibilità di redenzione attraverso la fede, unica ancora di salvezza in un mare tempestoso predominato dal male e dall'oscurità. “Su ali d’aquila” è forza, speranza, redenzione e l’autrice ci trasmette un importante messaggio tra le righe: il perdono è il dono più grande che possiamo fare agli altri e a noi stessi. E l’amore, quello vero, vince anche il più oscuro dei mali.
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