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Medea grande e superba eroina: ispiratrice di tanti poeti!. Pur tuttavia se io penso a Medea, non posso non identificarla con quella di Euripide, assolutamente insuperabile. Nondimeno la tragedia di Grillparzer racchiude in sé degli ottimi spunti di riflessione e ci presenta il personaggio sotto un punto di vista particolare. Grillparzer infatti vuole soprattutto sottolineare il problema che era già così evidente in Euripide, cioè il problema dello straniero che per quanti sforzi faccia rimane agli occhi degli altri sempre un estraneo. Quindi Medea si presenta qui priva delle doti della magia, che volutamente sotterra, è una semplice donna, diversa però dalle donne greche per razza, costumi, educazione…. . Non è più l’eroina dura, forte, sprezzante , qui Medea è un essere psicologicamente più vulnerabile, quasi predisposto alla sconfitta, quasi fosse in attesa di una pena per una colpa commessa. E noi sappiamo dal mito originario che colpe ne aveva tante; ma qui Medea appare libera da quelle colpe oscure quali la morte del fratello, del padre o di Pelia. Ma tutta una atmosfera di sospetto la circonda e allora lei si fa umile più che può, di fronte a tutti, ma anche e soprattutto di fronte a Giasone che non le risparmia la colpa della sua infelicità . Ma nonostante tutta la sua buona volontà, viene rifiutata e allontanata da tutti, anche dai figli! Di fronte a questo lei crolla. La Medea di Grillparzer non è malvagia, ma le circostanze e la maledizione del Vello si accaniscono su di lei. L’uccisione dei figli scaturisce dalla potenza oscura della colpa e della necessità dell’espiazione. Nell’incontro finale dei due protagonisti si riscontra ancora una diversità dalla tradizione tramandata dal mito . Medea inizierà un percorso di espiazione e di riscatto avviandosi verso “una notte di dolore”.
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