Non è soltanto il romanzo di Kafka che mi ha affascinato più di tutti, ma è il classico dei classici per antonomasia. Un viaggio fatto di dubbi, angoscia, incertezze e con il timore costante che ciò che si sta vivendo non sia mai la realtà, fino al tremendo epilogo finale. Per quanto il successo, anch'esso ottimo, "Il castello" abbia uno stile narrativo molto più lento, questo è sicuramente molto più inquietante e incessante. Un capolavoro totale, dove realtà e finzione si fondono in un tutt'uno mostruoso che porterà a infauste conseguenze...
Il processo
Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di "esistere". Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. è processo: non resta che attendere l'esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
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Edizione:13
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Anno edizione:2014
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