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romanzo che appartiene al periodo più decadente della poetica D’Annunziana. Il protagonista Andrea Sperelli rappresenta l’alter-ego dell’autore e di conseguenza l’esteta, il dandy, colui che ricerca la bellezza e la perfezione in quanto vuol “fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”, motto che Andrea apprese dal padre. Egli è infatti il frutto della società aristocratica (e corrotta) della fine dell’Ottocento:tenta di trovare l’appagamento interiore attraverso il culto della Bellezza e cogliendo gli attimi e le occasioni della vita. Bellissimo il contrasto tra Elena Muti, la femme fatale, amore sensuale e impossibile di Andrea, causa di dolore e di limite per la propria personalità da “super-uomo”, e Francesca, una “donna-angelo” che ristabilisce in Andrea una sorta di calma interiore, riavvicinandolo anche alla natura. Ho apprezzato molto Il piacere, sia per quanto riguarda i contenuti e le tematiche, sia per lo stile adottato dal D’annunzio, uno stile aulico che ricerca la raffinatezza e la perfezione. Immenso è il contenuto de Il Piacere, elaborato dalla penna lirica, densa, elegiaca d'annunziana. Il gusto per l'estetica è interpretato magistralmente dal protagonista Sperelli, uomo e artista; un uomo che vive di eccessi, anima ambigua, che fa della passione e della ricerca della bellezza un motivo di vita, forse l'unico. molto bello.
Ricordo di aver molto amato questo romanzo di D'Annunzio la prima volta che l'ho letto: erano gli anni del liceo e, a parte qualche descrizione di Roma che avevo trovato di troppo, la lettura era stata scorrevole e molto piacevole. Riletto oggi, all'età di 34 anni, devo dire che ho avuto impressioni in antitesi con quelle provate durante la scuola: descrizioni evocative sulla bellezza e la forza della natura, sulle meraviglie dell'Urbe, sui dettagli di arredi, abiti, sentimenti, passioni e travagli interiori. Ho invece trovato scarna e abbastanza lenta la storia che, seppur impreziosita da aneddoti interessanti (flashback, capitoli in versione epistolare, ecc...), non mi ha coinvolto particolarmente. Insomma, un classico della letteratura italiana che però non ho trovato sensazionale.
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