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Genea è la scrittrice dell'ottimo "Barbie Deve Morire", di cui scrissi un anno fa il commento, uno di quei libri che rimangono in mente anche dopo molto tempo, quindi anche da rivalutare. Questo "Diario di una ragazza schifata", che è solo un libricino piccolo nel formato (poco più grane di una mano) e di poche pagine (60), è stato il suo primo lavoro e trattasi di una serie di racconti, 10 pagine l'uno, che a dire il vero non sono proprio racconti, dato che la protagonista è sempre la stessa, solo che cambiano le situazioni. Ecco perché è giusto vederlo come un "diario". Non c'è niente di costruttivo in queste storie (salvo l'ultima o comunque le parti riguardanti i rapporti di coppia: ma quanto sono stronzi i maschi?), dato che lo stile è un fiume di parole che non si sofferma mai troppo su qualcosa e l'autrice-protagonista (è lei stessa infatti la voce in prima persona di queste pagine) non è fighetta, non è dark, non ha etichette. E' Genea. Una ragazza piuttosto anoressica che, più che schifata, direi scazzata, scazzatissima. Non prova praticamente mai entusiasmi e utilizza la sua perenne noia nell'esaminare con cattiverie e cinici commenti sprezzanti e sarcastici il mondo e la gente che la circonda. Ciò non toglie che spesso dica praticamente la verità senza filtri... Lo stile è riconoscibile e inconfondibile e, non me ne si voglia, senza basarsi troppo sulla qualità (che comunque non ha alcun errore, può solo non piacere lo stile con frasi brevi e affilate, che io adoro), a me piace lo trovo divertente e irriverente quanto basta. L'essere "schifata" di Genea è il suo marchio di fabbrica che si ritroverà nel suo libro successivo, dove sfocerà nell'odiare praticamente ogni cosa. Non so perché, ma ho simpatia e stima per l'autrice, che non sarà una prosatrice d'eccezione, ma che per me è un vero e proprio guilty pleasure.
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