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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2020
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Un piccolo ma prezioso libro che costituisce una presa di posizione necessaria in un periodo, questo, di grande innovazione nell'ambito dell'editoria e del libro in quanto tale (ebook, biblioteche virtuali, etc.) . In quest'opera Steiner riflette, attraverso una inimitabile argomentazione intrisa del suo straordinario sapere, sull'importanza e la necessità dei libri nelle nostre vite quali veicolo di eccezionali sensazioni potenti e vitali non riproducibili in altro modo: uno scambio dunque che si rivela intimo e necessario, ed è per questo che, suggerisce Steiner, i libri hanno bisogno di noi e della nostra cura affinché i libri siano ancora scritti, letti e protetti da ogni forma di censura e roghi. Ripercorrendo la storia del libro, attraverso i cosiddetti Popoli del libro, Steiner si abbandona con lucida e contagiosa convinzione, ad una ultima e appassionata difesa del libro. Stile fluido e scorrevole, contenuto esposto magistralmente tanto da non risultare mai banale ma mai oscuro. Libro consigliato ad ogni tipo di lettore, dal più "tradizionale" al più "tecnologico", in quanto, infondo, siamo tutti difensori del libro.
Un piccolo prezioso libro che contiene tre brevi saggi che sono un atto di amore verso il libro. Libro: questo oggetto in grado di suscitare emozioni differenti nei lettori. L’autore sottolinea come l’incontro con il libri può essere casuale: un libro che ci colpirà particolarmente, che ci farà cambiare idea o convinzione può essere lì da anni ad attendere sulla nostra libreria di essere letto oppure in una bancarella di libri usati dove aspetta di essere comprato. Steiner poi evidenzia l‘importanza in una lettura in silenzio, concentrata e intima. Questo aspetto io lo sto davvero rivalutando negli anni: mentre da ragazzina leggevo ovunque, adesso i rumori, ma anche la musica, mi danno fastidio e mi distraggono. I libri davvero per me iniziano a richiedere il silenzio come sottofondo. Molto interessante poi la riflessione sul nesso scrittura-ebraismo. Storicamente gli ebrei si sono dedicati al compito di memorizzare meccanicamente la Bibbia, ripetendola senza riflettere. Nel XX secolo, quasi come una rivolta al Dio che non ha impedito la Shoah, gli scrittori ebrei hanno iniziato a scrivere tantissimo, come una rivolta edipica contro il verbo rivelato. Un testo breve, scorrevole e molto interessante. “Leggere, nel vero senso del termine, una pagina di Kant, una poesia di Leopardi, un capitolo di Proust, significa avere accesso ad un privilegio.“
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