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Anno edizione: 2017
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Indice
“La casa dei Krull” viene pubblicato per la prima volta nel 1939, in un momento storico il cui clima è pregno di odio razziale. Il libro affronta un tema attuale oggi come allora, quello dell’emarginazione e della discriminazione del diverso. Protagonisti, ironia della sorte, sono dei tedeschi emigrati in Francia che vivono ai margini della società in un piccolo paese di pescatori. Quando una mattina viene rinvenuto il cadavere di una ragazza, ecco che tutto il paese si scaglia contro gli stranieri pur non avendo verso di essi alcuna prova. Atmosfera cupa in cui ansia e angoscia terranno compagnia al lettore dalla prima all’ultima pagina, perché questo è Simenon: pura angoscia, pura ansia, eppure è un libro magnetico, che ci attrae fino alla fine, fino a sentirne poi di colpo la mancanza.
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Simenon non era né un filosofo ne’ uno psicanalista ma aveva il dono dell’osservazione e la capacità di raccontare le emozioni e le reazioni degli esseri umani di fronte alle avversità della vita e lo faceva con quella leggerezza che hanno coloro che usano le parole come se sgorgassero dall’anima. La casa dei Krull è la storia di una famiglia tedesca naturalizzata francese che vive in una casa ai margini della città. Nonostante siano passati dalla condizione di “stranieri a quella di residenti, avvertono nei concittadini una sorta di discriminazione e di diffidenza nei loro confronti. Perché se da un lato la loro presenza è avvertita con timore, preoccupazione, considerata quasi una minaccia per la comunità, d’altro canto i pregiudizi e quel vizio tutto umano di giudicare l’altro a prescindere, faranno il resto. I Krull sperimenteranno quella sensazione sgradevole di solitudine, diversità e di senso di non appartenenza. Gli unici contatti con l’esterno saranno dunque la finestra della camera di Joseph, il figlio laureando in medicina e la porta finestra dell’emporio , gestito da Maria la madre. Cornelius il padre è un uomo che parla poco e quando lo fa’ usa poche parole.In compensa osserva molto anche quando può sembrare distratto o assente. Anna l’altra figlia si occupa della casa e Liesbeth suona il pianoforte e sogna di insegnare musica. Il loro isolamento non può dunque essere attribuito ad una mancanza di passioni o emozioni. Unici diversivi saranno le uscite domenicali per recarsi a messa e la visita, ogni giovedì dei loro unici amici gli Schoof , tedeschi naturalizzati francesi anche loro che hanno un negozio di burro e formaggi in una via del centro. L’esistenza dell’intera famiglia si trascina indolente in giornate routinarie sino all’arrivo del nipote Hans che sconvolgerà il loro equilibrio interno. Ad un certo punto, a seguito di un fatto di cronaca nera avvenuto di fronte alla loro abitazione, la situazione degenererà. Hans deve andare via.
Si avvia come un notturno di Chopin, procede come una pagina di Scarlatti, si accende poi come un crescendo rossiniano e, a pagina 174, diventa una cavalcata di Wagner per esplodere alla fine come.................... Da leggere tutto d'un fiato per sentire questa musica nella testa e, soprattutto, nella pancia.
Simenon continua a non deludermi, mi piace molto il fatto che non ci siano colpi di scena sensazionali e che l'attenzione si sposti su altri fattori piuttosto che sulla ricerca della verità oggettiva. Qui ci sono i Krull, famiglia tedesca che vive sul territorio francese, proprietaria di una bottega ai margini della città di cui si servono solo i marinai di passaggio. Questa famiglia è oggetto di discriminazione e razzismo e diventa il capro espiatorio dopo la scoperta di una ragazzina violentata e assassinata. Subito viene puntato il dito contro un Krull ma solo in quanto straniero! La folla si scaglia contro di loro con una violenza inaudita ma non c'è nessun segno oggettivo della loro colpevolezza! Mi piace molto la psicologia dei personaggi di Simenon, sempre angosciati e oppressi. Inoltre trovo che il razzismo sia un tema molto attuale in questo libro scritto alle soglie della seconda guerra mondiale. Consigliatissimo
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