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Anno edizione: 1999
Anno edizione: 2013
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Da leggere assolutamente!
Nessuno nasce con un bagaglio di nozioni e di competenze, e questo appunto vale per tutti, Georges Simenon compreso. Infatti, non è logico pensare che romanzi come I fantasmi del cappellaio o La scala di ferro siano state le prime opere del narratore belga, che pur in possesso di un notevole talento ha dovuto, come gli altri, studiare e provare per poterlo mettere a frutto. In questo senso L’uomo di Londra scritto nel 1934 e quindi una delle primissime opere di Simenon rappresenta una tappa del percorso intrapreso e che porterà a romanzi di grande interesse e di livello elevatissimo. Già si scorge la particolare attenzione per la descrizione del paesaggio, Dieppe e il suo porto sovente avvolti da una fitta nebbia, e per l’ambientazione, in un tentativo non completamente riuscito di ricreare particolari atmosfere. Pure l’analisi psicologica dei protagonisti è già presente, ma è appena abbozzata, così che i personaggi, pur sufficientemente caratterizzati, non riescono ad avvincere il lettore. La trama, poi, è alquanto esile e il tutto è al servizio di di una finalità tendente a dimostrare che un mediocre resterà sempre tale, in ogni circostanza, anche quella a lui più favorevole, insomma che l’abito non fa il monaco. La nota veramente positiva e originale è che i due protagonisti principali presentano le stesse caratteristiche, entrambi prigionieri di una mediocrità a cui tentano di ribellarsi, ma che nel complesso pare loro non dare fastidio più di tanto. In tutta sincerità e pur tenendo conto di questo esercizio di scrittura L’uomo di Londra mi è solo moderatamente piaciuto; il giudizio è influenzato più che altro dalla trama evanescente e pronto a perdonare all’autore la mancanza di quelle così rilevanti caratteristiche che dimostrerà di avere in seguito, tuttavia non posso esimermi dal considerare che la vicenda mi è parsa ben poco interessante, tanto che sono arrivato stancamente alla fine, a una fine inaspettata e per questo poco logica.
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