Le prime frasi
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Lui lo chiamava entrare nel tunnel. Era un'espressione sua, di cui si serviva solo nella sua testa e non usava con nessuno, meno che mai con la moglie. Sapeva esattamente cosa voleva dire, in che cosa consisteva trovarsi nel tunnel, ma curiosamente quando c'era dentro si rifiutava di ammetterlo, salvo di tanto in tanto, solo per qualche istante e sempre troppo tardi. Aveva provato spesso, a posteriori, a individuare il momento preciso in cui accadeva, ma senza riuscirci.
Quel giorno, per esempio, aveva cominciato il week-end del Labor Day di ottimo umore. Come altre volte, del resto. Era già successo anche che un fine settimana iniziato benissimo andasse a finire male. Ma non c'era alcun motivo perché fosse inevitabile.
Era uscito dall'ufficio di Madison Avenue alle cinque e tre minuti dopo si era incontrato con sua moglie nel solito bar della Quarantacinquesima Strada; lei era arrivata prima e senza aspettarlo aveva ordinato un martini. Nel locale le luci erano basse e pochi i clienti abituali. In realtà non vide facce conosciute perché quel venerdì, ancora più degli altri, la gente si precipitava a prendere treni e automobili per andarsene al mare o in campagna. Nel giro di un'ora New York si sarebbe svuotata e nei quartieri ormai silenziosi sarebbero rimasti soltanto uomini in maniche di camicia e donne senza calze sedute davanti alla porta di casa.
Non pioveva ancora. Fin dal mattino, e già da tre giorni, il ciclo era coperto e l'aria così pregna di umidità che si poteva fissare il sole giallo pallido come attraverso un vetro smerigliato. Ora il servizio meteorologico annunciava temporali locali e prometteva una notte più fresca.
«Stanco?».
«Non troppo».
D'estate, quando i bambini erano al campeggio, si ritrovavano tutte le sere alla stessa ora, sempre sugli stessi sgabelli; Louis si limitava a dare loro una strizzata d'occhio e li serviva senza aspettare che ordinassero. Non sentivano il bisogno di parlarsi subito. Uno dei due porgeva all'altro una sigaretta. Talvolta Nancy spingeva verso di lui la ciotola delle noccioline, altre volte era lui a passarle le olive, e lo sguardo di entrambi si posava distrattamente sul piccolo quadrante bluastro del televisore appeso in alto, in un angolo del locale. Immagini in movimento. Una voce commentava una partita di baseball, oppure una cantante si esibiva. Non aveva importanza.
«Avrai il tempo di farti una doccia prima di partire».
Era il suo modo di occuparsi di lui. Non dimenticava mai di chiedergli se era stanco, guardandolo come si guarda un bambino che sta covando una malattia o è di salute cagionevole. A Steve dava fastidio.