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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2019
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Un grappolo di case strette attorno a un piccolo porto di pescatori normanni, un molo sul quale si affaccia il Caffè della Marina, centro focale dell’intreccio, la modesta casa sulla scogliera dove abita Marie, la protagonista, e, sullo sfondo, la città di Cherbourg: sono i luoghi, quanto mai simenoniani, dove si svolge la vicenda di questo romanzo del 1938, a cui Simenon teneva particolarmente, come rivela la sua corrispondenza con Gide, al quale scrisse, a proposito della Marie: «È una buona cosa provare a se stessi che è possibile dare una personalità alle comparse incaricate di venire a dire: “La Signora è servita”». E aggiunse anche: «È il solo romanzo che sia riuscito a scrivere con un tono completamente oggettivo». La Marie del porto è una figura che non si dimentica nella vasta galleria delle donne di Simenon: una ragazzina poco appariscente, una vera «acqua cheta», che riesce a impaniare un uomo sbrigativo e spavaldo, avvezzo a vincere e comandare. Questo personaggio, Chatelard, scorge da lontano la smilza figuretta di Marie che segue compunta il feretro del padre, e se ne innamora. Per starle vicino, compra un peschereccio, che gli fornirà la scusa per tornare in paese e frequentare il Caffè della Marina dove la ragazza è stata assunta come cameriera. Chatelard crede di avere in pugno il proprio destino e quello della Marie, ma in realtà è quest’ultima a tessere con abilità consumata e ironica determinazione una sottile trama di eventi nella quale l’uomo si lascerà avvolgere.
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Ho sempre lo scrupolo, quando tento di commentare un libro molto breve, e questo è di solo 140 pagine, di dire qualcosa di troppo che anticipi gli argomenti del libro togliendo il gusto di leggerlo. Allora dico cosa mi è successo prima di comprarlo e poi dopo. Quando l’ho visto negli scaffali degli usati, questo Simenon era insieme ad altri, ma ne volevo comprare solo uno. Il dubbio era quale dei tre (o quattro) che avevo in mano. Alla fine ho scelto solo perché il titolo mi piaceva “La Marie del porto”. Insomma, mi ha fatto “fare il film mentale”, e l’ho comprato.
Per questo romanzo, che presenta una caratteristica particolare, oltre al fatto che non è né un giallo né un noir, Simenon ha voluto andare sul sicuro e se la novità è il ritratto di una donna, abile stratega e in possesso anche di notevoli capacità tattiche, il resto è tipico della sua produzione, reso come pressoché sempre nel migliore dei modi. L’ambiente è quello della provincia francese, un paesino di pescatori, dove si vive secondo le maree, con personaggi che sembrano scolpiti nel legno, ma che rivelano insospettabili caratteristiche e per scoprire quali la mano del chirurgo Simenon é ferma, incide sicura e rivolta la carne, scopre il lato più oscuro di ognuno. L’atmosfera grigia, plumbea è già presente nelle prime pagine con il funerale del povero Jules, morto lasciando soli i figli, giacché la moglie era deceduta alcuni anni prima. C’è tutto il paese al funerale, una coralità di altri tempi se raffrontata a oggi, ma che è in grado di dare l’idea della stima di cui godeva il morto, la cui famiglia, composta per lo più da figli piccoli, ormai viene smembrata fra i parenti, fatta eccezione per Odile, la più grande, che si mormora faccia la vita a Cherbourg, e la giovane Marie, che nonostante l’età è un tipo molto determinato; al riguardo, si è prefissa lo scopo non solo di trovare un uomo di suo gradimento, e il compagno di Odile lo è, ma anche che abbia la possibilità di uscire in mare a pesca con un’imbarcazione sua e che voglia vivere nel paesino, aspirazioni queste ultime che l’uomo in questione non ha. Simenon, procedendo con cautela, ma anche con sicurezza, ci accompagna a vedere l’abile tattica che Marie adotta, una tattica che rivela una notevole intelligenza, perché non è facile irretire un uomo quando non si è una bellezza, anche se lei non è brutta; non è facile soprattutto portarlo quasi all’esasperazione per fargli fare quello che vuole lei, e senza dimostrare disponibilità a concedersi, anzi tenendo le giuste distanze in un raro equilibrio che poco a poco darà i suoi frutti. Stupisce in Simenon l’abilità nel descrivere la psicologia femminile nella seduzione, nel far sorgere il desiderio che diventa un’ossessione e che per concretizzare dapprima rende disponibili a tutto e poi trasforma, quasi che l’uomo in mano a Marie fosse un abbozzo di terra creta che le mani abili della donna vanno plasmando. E così alla suspense tipica dei gialli e dei noir si sostituisce il desiderio del lettore di vedere se la strategia si dimostrerà valida e di osservare e capire l’importanza della tattica, che si svolge pagina dopo pagina in un crescendo di tensione. La Marie del porto è certamente meritevole di lettura ed è una ulteriore conferma delle eccelse qualità del suon autore.
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