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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2019
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In questa narrazione Giacomo Papi si serve di un linguaggio decisamente fuori dal comune, colorito e ricco di numerose sfaccettature. Il punto di forza di questo libro, secondo me, è proprio il fatto che l'autore sia riuscito a mettere in scena un'Italia sicuramente trasfigurata, capovolta, immaginaria, ma al tempo stesso, ahimè, tristemente vicina a quella che stiamo vivendo nel nostro presente. Dominato dalla tecnologia, dai luoghi comuni e dal facile populismo, sempre più spesso il mondo odierno tende a seguire tendenze e linee di pensiero senza un reale fondamento. I "radical chic", fulcro di questo libro, si mostrano per qualcosa di molto lontano dalla loro reale natura, inneggiando un mondo che non esiste, fatto di odio e qualunquismo. Nonostante io abbia letto romanzi che trattavano questo tema in maniera più avvincente ed ammaliante, devo ammettere che, seppur con un fare poco vicino alla realtà, Giacomo Papi, con la sua rappresentazione del tutto singolare del nostro Paese, è riuscito nel suo scopo. Infatti, l'intero libro in questione, in maniera ironica, geniale e poco convenzionale, apre una finestra sul tema della cultura, la quale viene vista dai personaggi della narrazione come un nemico pubblico da combattere in tutti i modi. Ognuno di noi, leggendo questo libro potrebbe essere invaso da una serie di domande a cui risposta, forse, ancora non c'è: chi sono realmente i radical chic? Esistono davvero questi famigerati intellettuali al giorno d'oggi? Quali sono le caratteristiche distintive di un intellettuale? A cosa servono la cultura e gli intellettuali? La connessione a cui tutti siamo legati è davvero così utile e benefica? Esiste un barlume di speranza per questa società destinata ad una profonda caduta nel baratro? Buona lettura a tutti!
Ci sono alcuni passaggi belli e alcune frasi belle, e nonostante lo si possa dire di ogni libro è meglio non fingere che di bello non ce ne sia. Tuttavia si sente il bisogno di essere satirico da un libro che non ci riesce. L’ironia si è persa: l’autore non riuscì a non cadere nelle stesse trappolo dei suoi intellettuali inventati e un’aria – seppur vaga – di arroganza emana da alcuni capitoli del libro. Il messaggio è confuso, la società distopica non è descritta e benché si possa identificare un filo conduttore di critica della cultura odierna, il libro è un messaggio per coloro già del circolo dello scrittore; il che indebolisce abbastanza fortemente il suo messaggio.
Libro piccolo quanto divertente, una satira pungente e attualissima con un retrogusto amaro che si svolge in un'Italia meno distopica di quanto vorremmo. Consigliato
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