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Anno edizione: 2010
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Ho letto questo libro su consiglio di mia figlia, ma non avevo bisogno che mi dicesse quanto è divertente perchè l'ho vista ridere durante tutta la lettura. Diversamente da lei, io sono assente dai banchi di scuola da decenni per cui non posso dire se il libro renda uno spaccato fedele di quella che è la scuola oggi, ma ho potuto constatare che certe cose non cambiano mai: i bigliettini, le cotte, i tentativi di copiare i compiti in classe... Ho trovato molto divertente e originale il fatto che il libro sia narrato sotto forma di diario dal punto di vista del professore-carogna, una prospettiva difficile da conoscere (a meno che uno non sia a sua volta un professore-carogna, o molto amico di un professore-carogna). Il professore non risparmia colpi a nessuno, che siano studenti, genitori o colleghi, cercando tuttavia di rimanere al limite estremo del politically correct. Fantastico!
Il libro è un divertente dipinto della scuola italiana e dei suoi “sgarrupati” studenti così com’è diventata negli ultimi anni grazie o per colpa delle riforme! La lettura è veloce e scorrevole e ci descrive le “gioie” e soprattutto i “dolori” della precarietà del mestiere di insegnante in chiave ironica. Non si smette di ridere neanche di fronte alle descrizioni più tragiche (comiche) della vita quotidiana nella scuola! Alla fine, il lettore rimane spiazzato dal piccolo colpo di scena: lo studente, che fa finta di essere “vittima e succube” dall’insegnante (il quale crede di essere sagace e al di sopra di tutto e tutti ), in realtà è il vero burattinaio! Lo consiglio a chi vuole ridere anche su quello che di tragico c'è nella scuola italiana!
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