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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2019
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L'autore Gianni Farinetti ha deciso con questo romanzo di continuare a "giocare in casa", nel senso che mette su pagina il mondo delle Langhe che conosce bene sia dal punto di vista culturale che umano. Tratteggia vari personaggi che si intuisce facilmente abitino il suo quotidiano e devo ammettere che questa decisione di facilitarsi il compito appare in tutti i suoi limiti perché nonostante la gradevole lettura risulta un romanzo giocato da personaggi che flirtano troppo con gli stereotipi più banali: la giovane figlia di un'ereditiera nel suo buen ritiro campagnolo, l'aitante maresciallo dei carabinieri che le fa la corte e via dicendo. La storia anch'essa ruota intorno a uno dei più classici moventi da paese, e tutto questo rimanda fin troppo facilmente ai precedenti di Fruttero e Lucentini (il che mette l'autore su una pericolosissima china, a confronto appunto con due maestri del romanzo che avevano saputo appassionare il lettore con tutta altra profondità e originalità). Per chi conosce già e apprezzato Fruttero e Lucentini, questo romanzo non potrà che sembrare una falsa copia del genere con il risultato di sembrare a tratti fastidioso nella sua banalità. Spero che Farinetti sappia uscire dal personaggio che si è costruito per il quieto vivere di riuscire a finire la pagina a fine giornata e poterla mandare all'editore.
Un fitto intreccio di indizi, dai quali nessuno sembra essere escluso, si miscela sapientemente alle vicende individuali, e soprattutto sentimentali, dei numerosi personaggi, tra cui spicca Sebastiano Guarienti, già protagonista di altri libri di Farinetti, di nuovo alle prese con un assassino da trovare e con qualche problema di cuore. “Il ballo degli amanti perduti” si dimostra essere un giallo classico, dalla trama lineare e intelligente, che però deve la sua bellezza e piacevolezza soprattutto all’ambientazione piemontese, descritta in modo accurato e spiritoso, e alla vivacità dei personaggi, rappresentazione veritiera e autentica di un pezzo di Italia ricco di umanità.
Recensioni
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