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Anno edizione: 2011
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Matteo si racconta da uomo adulto, irrisolto, si racconta guardandosi indietro ricostruendo attraverso i ricordi un periodo esatto della sua vita: l’adolescenza, nell’estate dei suoi tredici anni. Il racconto prende vita attraverso le sensazioni, attraverso i protagonisti di allora, attraverso i ricordi di Matteo che spesso, per sua stessa ammissione, si mischiano con l’immaginazione di una realtà distante nel tempo ma reale, concreta e che continua ad avere ribaltamenti sul presente. L’estate come spartiacque di una vita che non sarà piu la stessa. Raccontare il passato, tornare nei ricordi, anche dolorosi, per poter riemergere e continuare a vivere, forse è questo il tentativo che il protagonista fa ripercorrendo quell'estate del 1975. Un racconto breve ma efficace e delicato, dove emerge in maniera nostalgica l’importanza dei ricordi, dell’adolescenza come momento incisivo, ma allo stesso tempo fuggevole.... ”c’è qualcosa nei ricordi dell’adolescenza che disegna una traccia imperfetta nell’anima."
piccola rivelazione è innanzitutto l'autore. ammetto di aver comprato il libro a scatola chiusa per distrazione, avendolo confuso con il ben più famoso fratello gianrico il cui romanzo "il passato è una terra straniera" resta una perla nello sconfortante paesaggio dell'odierna narrativa italiana. il libro ha innanzitutto il fascino di una scrittura sciolta, più che scorrevole, coinvolgente. impossibile chiudere il libro prima di essere arrivati all'ultima pagina.. gli occhi vogliono sempre correre avanti, un po' come il protagonista con la sua bici nuova fiammante. e poi il tema dei ricordi, affrontato con una grazia e una credibilità notevoli. la descrizione di un'età (13 anni) che più difficile non si può, attraverso la ricostruzione a flashback. non è propriamente un "thriller psicologico" come vorrebbero dipingerlo nella quarta di copertina: il vero intreccio di quell'estate non è infatti il cane nero del titolo ma la scoperta della vita da parte di un gruppo di ragazzini. e per assurdo il colpo di scena degno di un vero giallo è tutto in mezza pagina, e arriva inatteso, senza preparazione. ma lascia il segno. decisamente una bella prova. aspetto che l'autore pubblichi di nuovo, e la prossima volta il libro lo comprerò NON per errore.
Scoperto tra gli scaffali della libreria,casualmente. Grande scelta quel giorno. Francesco Carofiglio può benissimo ‘competere’ con Niccolò Ammaniti. Entrambi hanno raccontato la mia Puglia con una destrezza incredibile. I paesaggi. La gente. La sua bellezza e le sue tenebre. Ma Carofiglio è pugliese di nascita…e,insieme al fratello Gianrico, seppur con stile diverso,narra di noi,di ognuno e di chiunque. Di ragazzini che vivono l’estate del 1975 non sapendo che resterà quella che ricorderanno fino a quando vivranno,finchè non si uniranno a colui che aveva trovato nel suicidio il suo riscatto.
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