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Anno edizione: 2013
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Gli occhiali d’oro” è uno di quei testi brevi che ti si piantano dentro. Un libercolo, sì, ma prezioso e potentissimo. La scrittura di Bassani è così gentile, dolce, perfino carezzevole, da risultare quasi allucinante nel contrasto con quanto narra: la discriminazione, il pregiudizio, la solitudine. E proprio per questo quel dolore arriva dritto, senza filtri, come una lama affilata nascosta in una stoffa di seta. Il ritratto del dottor Fadigati è toccante nella sua normalità: una vita sobria, misurata, rispettata. Fino a quando, però, l’omosessualità diventa il pretesto per la sua emarginazione, e la crudeltà delle voci di corridoio lo travolge. Ecco che una figura prima benvoluta dalla città si ritrova gettata ai margini, come se il suo orientamento sessuale annullasse tutto ciò che è stato fino a quel momento. E nel frattempo, parallela, scorre la vita del narratore, giovane ebreo, anch’egli destinato a sperimentare lo stesso disprezzo, ma da un’altra direzione: il libro infatti si ambienta nel ‘36. Entrambi i personaggi principali sono vittime predestinate, non per colpe reali, ma per il solo fatto di essere diversi in un tempo che non tollera sfumature. Ferrara non è solo uno sfondo: è una protagonista muta, viva, stratificata. Bassani la conosce e la restituisce con tale nitidezza che sembra di viverci. E proprio per questo il crollo sociale e morale che la attraversa fa ancora più male: sembra che sia la tua città, e che tu possa solo guardarla sprofondare nell’oscurità di leggi razziali e silenzi complici. Il finale ti si attorciglia dentro. Due destini, due modi diversi di reagire: lottare o lasciarsi andare. Nessuna delle due è indicata come una scelta sbagliata. È solo la tragica, umanissima reazione a un mondo che improvvisamente ti rifiuta.
Un libro che si legge tutto d’un fiato. Ambientato in una Ferrara ricca, nel periodo fascista, “Gli occhiali d’oro” ci butta in faccia la durezza del lato umano della società, che giudica ed emargina chi, fino a ieri, era un perfetto vicino di casa. Il dottor Athos Fadigati, si trasferisce da Venezia a Ferrara, ha un bello studio, è stimato e lodato da molti suoi concittadini ed è conosciuto per la sua classe, i suoi scintillanti occhiali d'oro, e la sua professionalità. Fadigati è una persona molto riservata pur non astenendosi dalla vita mondana, frequenta infatti, circoli esclusivi e adora il cinema, l'unico difetto che alla lunga gli si contesta è che non si accompagna mai con le donne. I pettegolezzi si sà, montano come l'albume delle uova e ben presto La sua presunta omosessualità gli costa una lenta e soffertissima emarginazione dalla sua alta classe sociale. A raccontare i fatti sarà la voce di un’anonimo studente ebreo della facoltà di lettere, che stringerà amicizia con il dottore, e che parallelamentre alle vicende di Fadigati virà in prima persona la tragedia delle leggi raziali indette dal regime fascista. Persone diverse, vittime di persecuzioni diverse si riconoscono di essere vittime comuni di un sistema discriminatorio che agisce allo stesso modo nei confronti dell’uno o dell’altro. Sarà proprio grazie a questa sorte comune che i due stringeranno un'amicizia. Un libro attualissimo e necessario in quest'epoca incerta in cui la storia sembra ripetersi. In cui la diffidenza verso il prossimo e la paura del diverso, vengono pompate per relegare l'uomo ad un piattume culturale in modo da poterlo meglio controllare, come accade nel romanzo di George Orwell: “1984”.
Bellissimo libro letto in due giorni, scritto davvero bene e la storia è molto avvincente. Tratta con leggerezza due temi importanti quali la discriminazione razziale e l’omofobia che un tempo erano un tabù. Consiglio la lettura
Recensioni
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