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Premesso che non sono un amante di racconti brevi e tantomeno brevissimi come quelli contenuti in questo libro, devo dire che sono rimasto deluso nel leggerlo. Mi sono fatto convincere dalle recensioni positive trovate un po' ovunque ma devo dire che ho fatto davvero molta fatica a finirlo e, a parte pochissimi racconti, la maggior parte del libro non mi ha coinvolto per nulla. Certo, apprezzo la creativita' e la capacita' dell'autore di saper scrivere (molto bene) racconti cosi' brevi ma non mi sento di consigliarlo.
Bello
E' quel che si prova quando si legge Manganelli, qualsiasi cosa da lui scritta. Nessuno, in verità, è degno di scrivere qualsivoglia commento su Manganelli, a meno che non sia Manganelli stesso, ma, sfortunatamente per l'umanità, è morto. Centuria è un capolavoro, una collezione di inestimabili gioielli. Già solo dire "mo' parliamo di Manganelli" appare ridicolo, inopportuno, blasfemo, come camminare sbattendo i tacchi alti degli stivaloni in una cattedrale gotica, biascicando canzonette da osteria, non si fa. Ogni mini raccontino di Centuria lascia senza fiato, con le gambe ciondoloni, l'affanno, la tachicardia, la voglia di morire di fronte a tanta bellezza, fa ridere e fa accapponare la pelle, scrive meravigliosamente bene, ha la proprietà di linguaggio più armoniosa e precisa dell'universo, anzi è probabile che l'universo abbia il suo senso di continuare ad esistere proprio perché è esistito (ed esiste) Manganelli e la sua strepitosa scrittura. Manganelli, da lì dove sei, per favore, miracolaci ancora. E non accampare, di nuovo, quella cosa della necessità della dichiarazione di esistenza ché l'ufficio esistenze siamo noi, e te l'abbiamo rinnovato, l'attestato, con repentinità quasi inquietante, nel 1990. A maggio. Poi possiamo discutere su tutto quello che vuoi, compresi i dettagli e le clausole sui modi di esistere. Ma intanto tu, per favore, non farci insultare dalle allucinazioni. Esisti e miracolaci. Adesso. Dovrebbero tutti leggerti!
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