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«Mi lasci dire». La conversazione nei galatei - Giovanna Alfonzetti - copertina
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Descrizione


“L’arte di conversare è per lo meno la metà dell’arte di vivere.” Per questo la conversazione ha un ruolo centrale nei galatei di tutti i tempi e nelle odierne teorie pragmatiche sulla cortesia. Il libro ripercorre un lungo arco cronologico, dal Galateo di Giovanni Della Casa (1558) sino ai tanti galatei che si continuano a scrivere ancora oggi. Si ricostruisce così l’insieme di consigli, raccomandazioni e divieti che regolamenta la conversazione cortese: l’avvicendamento dei turni di parola, le interruzioni e i silenzi; la comunicazione non verbale, cioè tono di voce, sguardi, espressioni del volto, gesti, distanze; l’ascolto; la scelta del lessico e degli argomenti. Emergono inaspettate, e per certi aspetti sorprendenti, persistenze, al di là delle ovvie differenze tra galatei di epoche diverse. Si delinea così un modello di conversazione ancora oggi attuale: non interrompere, non parlare troppo ma neanche restare troppo a lungo in silenzio; non gridare ma nemmeno bisbigliare; saper ascoltare; non gesticolare come una marionetta ma neppure restare fermi e impassibili come un automa; non avvicinarsi troppo all’interlocutore; evitare parole ed argomenti tabù; scegliere temi che favoriscono la partecipazione e l’accordo, e non quelli che generano conflittualità, come politica o religione, o che suscitano repulsione o semplicemente noia, fastidio e disagio; non parlare sempre di sé ma lasciare spazio agli altri, ecc. Molti di questi “precetti” trovano una qualche corrispondenza nei modelli teorici sulla cortesia, dai quali ci si aspetterebbe una prospettiva puramente descrittiva. Eppure nelle questioni etiche e sociali – cui pertiene la cortesia – la linea di demarcazione tra norme descrittive e prescrittive è difficile, se non impossibile, da tracciare.
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Dettagli

2017
1 gennaio 2017
250 p., Brossura
9788868970628
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Indice

Introduzione
1.1. Oggetto e obiettivi
1.2. Inquadramento teorico-metodologico: pragmatica e (s)cortesia storica
1.3. Perché studiare i galatei?
1.4. Modelli teorici della cortesia
1.5. Il corpus

II Gestione della conversazione
2.1. Alternanza dei turni, interruzioni, sovrapposizioni, silenzi
2.2. Confronto con le teorie sulla cortesia

III La comunicazione non verbale
3.1. Aspetti prosodici, cinesici e prossemici nel Galateo
3.2. Lo spazio personale
3.3. Gli altri galatei del corpus
3.3.1. Il Nuovo galateodi Melchiorre Gioia
3.3.2. Galatei morali postunitari
3.4. La comunicazione emotiva nelle teorie sulla cortesia
3.5. Galatei del primo dopoguerra
3.6. Prosodia e cinesica nel modello di Brown e Levinson
3.7. Il resto del corpus

IV L’ascoltatore cortese
4.1. Saper ascoltare secondo i galatei
4.2. Confronto con le teorie sulla cortesia1
4.3. L’ascoltatore ideale

V La scelta del codice
5.1. Il Galateodi Della Casa
5.2. Motivazione comunicativa
5.3. Sensibilità “sociolinguistica”
5.4. Atteggiamento antidialettale
5.5. Atteggiamento ambivalente
5.6. Confronto con le teorie sulla cortesia

VI Competenza linguistica
6.1. Il Galateodi Della Casa
6.1.1. Pronuncia
6.1.2. Morfosintassi
6.1.3. Testualità
6.1.4. Lessico
6.2. Confronto con i modelli teorici
6.3. Il resto del corpus: pronuncia, testualità e lessico
6.3.1. I “plastismi”nei galatei
6.3.2. Tecnicismi
6.3.3. Iperboli
6.3.4. Arcaismi, neologismi, regionalismi
6.3.5. Forestierismi
6.3.6. Malapropismi e altri fenomeni substandard

VII Gli argomenti
7.1. Il Galateodi Della Casa
7.2. Confronto con le teorie sulla cortesia
7.3. I galatei dopo l’archetipo: tipologia tematica
7.3.1. Argomenti tristi, lugubri, ripugnanti
7.3.2. Argomenti indecenti, osceni, blasfemi
7.3.3. Argomenti che possono causare ingiuria o offesa ai partecipanti
7.3.4. Argomenti che possono suscitare disaccordo: politica e religione
7.3.5. Argomenti non alla portata di tutti
7.3.6. Non parlare troppo di sé

VIII Conclusioni
Lista dei galatei
Riferimenti bibliografici

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