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Lo svolgersi delle attività musicali, intese come momento di crescita della società, è strettamente connesso al problema delle strutture e quindi è un nodo politico che si correla a quello più generale della diffusione della cultura. In Italia, la mappa musicale ripete come in uno specchio la geografia della politica economica: a una forte concentrazione al Nord fanno riscontro sacche di arretratezza e sottosviluppo al centro-Sud, e non potrebbe essere diversamente, poiché le iniziative musicali rappresentano un momento sovrastrutturale rigidamente condizionato dalla struttura economica. I programmi musicali finanziati dallo Stato sono un investimento sociale: pertanto vanno considerati non solo sotto il profilo artistico, ma anche economico organizzativo. Nel settore musicale i ritardi sono enormi, le carenze da colmare numerose: l’attuale inadeguata legislazione non ha dato risposte positive alle esigenze emergenti, che richiedono di mutare il ruolo della musica nella società. Occorre quindi una nuova legge che riconosca che la cultura, in tutte le sue articolazioni, è un elemento primario della vita del Paese.
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